Politica

Su Tamoil dura replica di Pizzetti: 'Azione di Perri più utile delle giaculatorie di Pasquetti'

Durissima la replica di Luciano Pizzetti alle dichiarazioni di Sel sul caso Tamoil, in cui Lapo Pasquetti, segretario cittadino, prendeva di mira l’onorevole per come aveva condotto la vicenda, ma anche sugli scontri del 24 gennaio, quando un corteo antifascista si è trasformato in guerriglia urbana. Un botta e risposta che allarga notevolmente lo squarcio all’interno della maggioranza, tra il Pd e l’area più estrema. “Fossi esponente di un Partito che ha manifestato in corteo insieme ai delinquenti che hanno tentato di devastare Cremona, prendendone le distanze solo al lancio dei primi lacrimogeni da parte della Polizia, affronterei con più circospezione il tema del bene pubblico – attacca Pizzetti -. Non è gran scelta democratica usare strumentalmente l’Antifascismo contro la legalità”.

Il sottosegretario alle Riforme racconta quindi la propria versione dei fatti rispetto a quanto è stato fatto per i dipendenti D: “Per notizia dei rivoluzionari in cachemire che dal balcone di casa osservavano gli operai Tamoil manifestare a salvaguardia del proprio lavoro, segnalo quanto segue. Al cessare della produzione i dipendenti Tamoil erano 255. A seguito dell’accordo tanto vituperato, nessuna di queste persone è rimasta senza lavoro o senza sostegno al reddito. 104 hanno trovato collocazione lavorativa diretta, 61 sono state accompagnate alla pensione, 51 hanno utilizzato parzialmente gli ammortizzatori sociali e si sono autoricollocate, 39 non hanno voluto usufruire dell’assistenza alla ricollocazione utilizzando tutto il lungo percorso degli ammortizzatori sociali. La gran parte ha fruito di un bonus aziendale da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 85.000 euro”. L’esponente di Sel, si chiede Pizzetti, “è in grado di citare un altro caso nazionale di ristrutturazione aziendale e chiusura di attività produttiva con simili salvaguardie per i lavoratori?”.

C’è poi la questione della messa in sicurezza dell’area contaminata. “A seguito dell’accordo, Tamoil ha impegnato 10 milioni di euro per la messa in sicurezza delle aree esterne, senza di ció le società canottieri ben difficilmente avrebbero potuto proseguire le proprie attività. Per intendersi, dieci volte tanto il risarcimento stabilito dal Giudice verso il signor Ruggeri, peraltro con sentenza di prima istanza subordinata all’esito dei successivi gradi di giudizio”.

In merito al Decreto ministeriale di cui parla Pasquetti, Pizzetti evidenzia che “viene citato totalmente a sproposito. In alcun modo viene impedita la bonifica dell’area. Consente invece, finalmente, la dismissione degli impianti non più produttivi. Autorizza la messa in sicurezza dell’area e un suo eventuale riutilizzo a fini industriali. E’ evidente che la bonifica verrà fatta una volta dismessi i depositi attivi. Se l’avvocato Pasquetti, per dare senso compiuto al suo essere di sinistra ecologica e libera, intende accelerare la bonifica proponendo la chiusura dei depositi, lasciando così a casa i 51 dipendenti rimasti più le centinaia dell’indotto, lo faccia e se ne discuterà”.

“Ovviamente io non commento la sentenza che indubbiamente muove accuse gravissime a Tamoil e di cui Tamoil dovrà rispondere – continua Pizzetti -. Come la sentenza dimostra, Tamoil è stata condannata a prescindere dal fatto che il Comune di Cremona si sia costituito in giudizio. Ne deriva che tutto il chiacchiericcio in proposito è la sentenza stessa a demolirlo. Compito delle Istituzioni era risolvere la drammatica questione sociale e attivarsi con urgenza su quella ambientale. Questo è stato fatto con notevole sollievo per la comunità cremonese. Ben difficilmente sarebbe stato possibile se contemporaneamente il Comune fosse stato parte del processo penale. Abbiamo fatto la scelta che ritenevamo più efficace, separando azione amministrativa immediata da azione penale futura. Alla fine dei processi se Tamoil sarà condannata pagherà il resto, intanto abbiamo cominciato a farla pagare senza aspettare l’esito della lunga fase processuale che ancora l’attende. I fatti hanno ben più valore dei commenti e i fatti dimostrano che non vi è alcuna contrapposizione tra accordo amministrativo e sentenza penale. L’accordo ha preceduto la sentenza producendo risultati. La sentenza forse, spero, ne produrrà dopo il lungo tempo necessario ad espletare i ricorsi in appello e magari in Cassazione. A quel tempo Pasquetti sarà probabilmente anziano e spero avrà compreso che la Politica del fare bene è di gran lunga più utile della vacuità ideologica.
Proprio non ho dubbi, sulla questione Tamoil tra le giaculatorie di Pasquetti e la complicata e impopolare azione amministrativa di Perri, penso sia stata di gran lunga più utile la seconda. Senza se e senza ma, come direbbe il mio amico Cofferati”.

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