Accusato di molestie, ma la vittima 'non è affidabile': assolto
Troppe contraddizioni nel racconto della presunta vittima. Così il giudice Pio Massa ha deciso di assolvere l’imputato, un marocchino di 34 anni finito a processo per molestie. I fatti contestati risalgono al 13 luglio del 2012 in piazza Roma. Quel giorno una 27enne bulgara era seduta su una panchina quando a suo dire era stata avvicinata dall’imputato, all’epoca ospite alla Casa dell’accoglienza, che si era seduto vicino a lei cercando un approccio, chiedendole insistentemente di stare con lui e di diventare la sua ragazza. A detta della giovane, lo straniero le avrebbe detto di volerla sposare e nel frattempo avrebbe avvicinato le mani al seno, chiedendole poi un recapito telefonico, di fidanzarsi e di andare a letto con lui. “Mi chiamava Manuela”, ha detto oggi in aula la presunta vittima, che ha ricordato di aver raggiunto una pattuglia dei carabinieri subito dopo i fatti e di aver raccontato ai militari l’accaduto. La ragazza ha detto di aver visto la stessa persona anche nei giorni precedenti, ma nella sua testimonianza era agitata. Molti i “non ricordo” e le contraddizioni rispetto alla denuncia di tre anni fa. Una testimonianza, la sua, che il pm Francesco Messina ha definito “non affidabile”, chiedendo l’assoluzione per l’imputato, attualmente irreperibile. In aula il marocchino era difeso dall’avvocato Massimiliano Corbari. Assolto “perché il fatto non sussiste”. Così ha deciso il giudice che depositerà la motivazione della sentenza entro trenta giorni.
Sara Pizzorni
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