Spesa per una famiglia povera La proposta per la Quaresima di Carità
Spesa per una famiglia povera contro la crisi: questa l’esortazione che arriva dalla Caritas Cremonese, che come ogni anno lancia una sfida in occasione della Quaresima di Carità. La proposta di quest’anno, dato l’approssimarsi di Expo e in piena continuità con il tema dell’Anno oratoriano “Buono come il pane”, intende offrire l’occasione per dare valore al cibo. Una riflessione che, nel tempo della Quaresima, parrocchie, oratori e famiglie sono chiamati a concretizzare attraverso una raccolta di generi alimentari a sostegno dei bisogni di famiglie, ragazzi e anziani in difficoltà.
LA PROPOSTA DI CARITA’ – La proposta Quaresimale – rivolta a oratori, parrocchie e famiglie – si concretizza con la raccolta di generi alimentari di prima necessità (pasta, olio, zucchero, biscotti, scatolame…) e a lunga conservazione (come il latte Uht). Tre i livelli dell’iniziativa:sostenere i gruppi Caritas delle parrocchie della diocesi; invitare le famiglie a fare una spesa per una famiglia in difficoltà, utilizzando le borsine appositamente predisposte; conferire parte del cibo raccolto, nella proporzione che si desidera, alla Caritas diocesana, dove sarà possibile, accanto alla raccolta di cibo, far pervenire anche offerte in denaro pari al controvalore di una spesa familiare.
LE PAROLE DEL VESCOVO – “Nel cammino di conversione, di cui la Quaresima è sempre “tempo favorevole”, – sottolinea il vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, richiamando il messaggio scritto per la Quaresima di Carità 2015 – del discepolo, che ascolta il Maestro e ne imita lo stile di vita, non è indifferente il rapporto con le persone e con le cose. Perseguire uno stile di vita sobrio non è solo un bene per gli altri, ma anche per chi lo pratica. La capacità di accontentarsi, di scoprire come spesso il meglio coincide con il meno, di operare scelte rivolte all’essenziale, di evitare gli sprechi, avendo cura della vita spirituale, della fraternità, della giustizia e della solidarietà verso tutti, specialmente i più deboli e bisognosi, è garanzia di autentica libertà e di testimonianza credibile”.
“La strada del dono” diventa così un invito a impegnarsi alla sobrietà, facendo spazio anche a qualche rinuncia volontaria, per poi finalizzarla alla solidarietà. “In questo tempo, difficile non solo dal punto di vista economico e finanziario, – conclude il Vescovo – dobbiamo investire in un’azione educativa che aiuti tutti a leggere ‘i segni dei tempi’ e interpretarli alla luce del Vangelo. In modo particolare impegniamoci a far crescere nelle nostre comunità cristiane delle figure educative, volontari, giovani e adulti, che scelgono di operare nel campo della carità a servizio delle persone in situazione di bisogno. Oratori, parrocchie, famiglie solidali trovino in questo ‘tempo di grazia’ il modo di approfondire la loro vita di carità, perché il farsi prossimo diventi sempre più uno stile di vita e si traduca in gesti concreti. Valgano a risvegliare la generosità le parole che san Paolo rivolgeva ai cristiani: La vostra abbondanza supplisca allo loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza (2 Cor 8, 14)”.
LEGGI IL MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA QUARESIMA
LA CARITAS – “Uno dei compiti della Caritas diocesana – afferma don Antonio Pezzetti, direttore di Caritas Cremonese – è quello di promuove la cosiddetta ‘Quaresima di carità’, cioè proporre, durante i quaranta giorni del tempo Quaresimale, a tutte le comunità un impegno attraverso il quale mostrare una Chiesa povera per i poveri, come dice spesso Papa Francesco. E’ lo stesso Concilio Vaticano II a sottolineare: ‘Similmente la Chiesa circonda di amore quanti sono afflitti da infermità umana, anzi nei poveri e nei sofferenti riconosce l’immagine del suo fondatore povero e sofferente, si premura di sollevarne la miseria, e in loro intende servire Cristo’ (Lumen Gentium n. 8). La scelta preferenziale per i poveri, prima di una lista di cose da fare, è una scelta interiore, personale, che nasce da un’esigenza intrinseca al Vangelo della carità. Gli atteggiamenti interiori, però, e le parole che si esprimono, devono tradursi in comportamenti e scelte concrete, perché senza i fatti “la scelta preferenziale per i poveri” può rimanere retorica. Questa scelta preferenziale e la testimonianza della carità sono compito di tutta la comunità cristiana in ogni sua componente d’espressione, perché l’esercizio della carità è l’elemento costitutivo ed essenziale della vita cristiana, perciò non è delegabile; inoltre la Chiesa, in quanto sacramento di salvezza, deve rivelare il volto di amore del Padre”.
“Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium – prosegue ancora don Pezzetti – Papa Francesco al numero 93 insiste sulla necessità di costruire comunità, perché la relazione risana, fa scoprire il prossimo e fa scoprire Dio in ogni essere umano. Si tratta di scommettere su comunità vivibili e visibili, capaci di convivialità, di ospitare le diversità, di far dialogare le diverse generazioni, di celebrare la vita nelle sue fasi, di elaborare percorsi di riconciliazione. Ne deriva un cristianesimo che accompagna, prende in braccio, rende partecipi, fa sentire a casa, fa crescere esperienze di fraternità. Questa Quaresima ancora ci trova immersi in una crisi economica e sociale che ormai da sette anni ci chiede di essere attenti alle tante famiglie, italiane e straniere, che nelle nostre comunità sono cadute nella fragilità e nella povertà. E ancora una volta la solidarietà non deve diventare solo il dare qualcosa, ma deve diventare impegno per conoscere chi sono i poveri e quali sono le realtà e le persone che a nome anche nostro li ascoltano e li aiutano. Inoltre la Quaresima non può non essere per ogni cristiano un tempo in cui ci viene richiamata la penitenza e quindi uno stile di vita sobrio e con qualche sacrificio che rende possibile, a tutte le età e a ogni condizione, la condivisione di beni e di offerte con chi più è in difficoltà”.
PASTORALE SOCIALE – “L’idea di vivere la Quaresima anche con un’attenzione alla dimensione sociale – evidenzia Sante Mussetola, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro – per un credente è un fatto importante. Il continuo invito del Papa a ‘uscire’ ci impegna tutti a far sì che questo periodo di sobrietà e di distacco dalla mondanità che ci prepara alla Pasqua possa essere un periodo di carità che esca dalle sagrestie ed entri nella quotidianità di ognuno di noi e delle nostre famiglie”.
“Questo pesante periodo di crisi, segnato da molte precarietà esistenziali ed economiche, – ricorda Mussetola – rivela casi di assoluta indigenza sempre più frequenti, anche nascosti per un orgoglioso pudore. Di fronte a queste situazioni dobbiamo assumerci il senso del dovere e avere il coraggio di sollevare queste persone da tale stato. Dobbiamo farlo con la sensibilità e la delicatezza che ci contraddistinguono”.
LA COLLABORAZIONE CON GLI ORATORI – Un’idea che il responsabile dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro sintetizza con uno slogan: “Fai la spesa di una settimana e donala a una famiglia in difficoltà”. “È quanto proponiamo – precisa ancora Mussetola – a tutte le persone e a tutte le famiglie: andiamo a fare la spesa con i nostri figli o nipoti e portiamola in oratorio, alla Caritas parrocchiale o diocesana. E da questi luoghi facciamola giungere a chi ne ha bisogno, anche attraverso i sindaci che con i Servizi sociali possono, in sinergia con le Caritas delle parrocchie, individuare meglio le indigenze ed evitare disorganizzazioni. È certamente un buona strada quella de “La strada del Dono”: possiamo percorrerla insieme per “uscire” dalle nostre chiusure, “uscire” dalle sacrestie dando testimonianza concreta dell’amore che la Buona Novella, il Vangelo, ci insegna”.
Ad accompagnare la proposta anche un mezzo dedicato al conferimento dei prodotti che potrà passare di oratorio in oratorio dando l’occasione per un momento di incontro. “La Federazione Oratori Cremonesi, – spiega don Paolo Arienti, presidente FOCr – in collaborazione con Caritas Cremonese e l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, lancia l’idea di una sensibilizzazione molto concreta per i gruppi di catechesi e di attività in oratorio. Idea-matrice è la partecipazione concreta alla carità che sempre più spesso prende il volto anche di pacchi e rifornimenti alimentari. A beneficiarne tantissime famiglie, assistite dalle Caritas parrocchiali e da altri organismi volontari. Gli oratori saranno coinvolti a fare la loro parte: suggeriamo che i gruppi catechistici e le altre esperienze oratoriane (squadre sportive, associazioni, animatori) partecipino con una raccolta che dura tutta la Quaresima. Una parte potrà essere destinata alle esigenze della parrocchia, accanto alla provocazione che le famiglie assistano con spese adeguate altre famiglie. Un’altra parte sarà conferita alla Caritas diocesana e ritirata da un furgoncino allestito allo scopo. Un operatore incontrerà i gruppi e consegnerà loro la pergamena di partecipazione, un segno da esporre in oratorio, a indicare un respiro condiviso”.
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