Melazzini elogia il Cobox made in Cremona Polo tecnologico, serve 'un altro step'
foto Sessa
La Regione crede nelle possibilità del co-working come strumento per risollevare l’economia, guardando soprattutto all’universo giovanile chiamato a fronteggiare una rivoluzione nel modo di intendere il lavoro. “Lavorare insieme”, questo il senso dello spazio di Co-box inaugurato lo scorso novembre in via dei Comizi Agrari, al secondo piano del palazzo Lgh, dove oggi è intervenuto l’assessore alle attività produttive della Regione Mario Melazzini. Accompagnato dal consigliere regionale Carlo Malvezzi, Ncd, vicepresidente della commissione regionale che si occupa di questi temi.
Melazzini ha parlato dei finanziamenti e delle agevolazioni che la Regione prevede per le imprese innovative, illustrando una serie di azioni comprese nell’Accordo per la competitività, anche a favore di chi, avendo perso il lavoro cerca un reimpiego nelle nuove tecnologie. Oltre a finanziamenti a fondo perduto previste anche forme di accompagnamento allo start up di impresa attraverso forme di tutoring garantire dalla Regione e realtà come ‘Cobox’ potrà essere soggetto beneficiario di strumenti e risorse per fare ricerca, innovazione e sviluppo. Più di 33 milioni sono stati stanziati dalla Regione nell’ultimo anno a supporto di start up e re-start up innovative.
“Regione Lombardia – ha aggiunto Melazzini – crede molto in tutto ciò che è ricerca e innovazione. Stiamo investendo attualmente l’1,6 per cento del Pil, ma vogliamo raddoppiare questa percentuale nei prossimi quattro anni. Abbiamo già messo a disposizione tanti strumenti; in particolare, con ‘Innova Lombardia’, mobiliteremo nei prossimi cinque anni 1miliardo di euro. Secondo l’assessore “è necessario fare squadra, creare una filiera, in una logica di rete e sinergia,tra Istituzioni, università, centri di ricerca e imprese, in grado di realizzare ricadute positive sul tessuto produttivo e sul benessere non solo del territorio cremonese ma anche regionale e extra regionale”.
Una vocazione, quella al digitale e all’elettronica che la presidente del consorzio Crit Carolina Lupi Cortellini ha voluto rimarcare: “Noi siamo convinti che Cremona abbia una vocazione per le nuove tecnologie, che magari non balza subito all’occhio, perchè si pensa ad un territorio ricco di arte, di storia, di musica. A noi invece piace credere che ci sia una grande potenzialità in questo campo. Oggi qui ci sono non solo le università ma anche i licei e le scuole superiori di Cremona, è con loro che vogliamo sempre più stabilire un contatto”.
Si è poi parlato anche del Polo Tecnologico, di cui il Cobox è solo un assaggio. Il sindaco Gianluca Galimberti ha dato atto alla precedente amministrazione di avere imbastito il discorso (imprenditori – università – Aem, proprietaria dell’area dell’ex macello – Regione, erogatrice di 1 milione di euro di finanziamento); ha aggiunto che si è a buon punto con il progetto ma non ha nascosto che esistono ancora passaggi fondamentali da compiere. Il sindaco non l’ha esplicitato, ma è evidente che la mancata assegnazione delle aree, messe all’asta da Aem nell’ex macello, costituisce uno snodo fondamentale per il decollo della iniziativa. La gara è andata deserta lo scorso dicembre ed ora presumibilmente Aem andrò a trattativa privata, con una revisione verso il basso dei prezzi.
Ancora, il sindaco ha sottolineato la necessità di accordi basati su progetti con tutte le università del territorio, Politecnico, Cattolica, Università di Pavia e Università di Brescia. “Il Comune lavorerà sull’orientamento scolastico, i progetti che abbiamo con le università sono tanti ed altri ne arriveranno, tenendo presente che occorre ridefinire la loro mission sul territorio. Il Comune intende collaborare con lo sviluppo del Cobox chiedendo delle cose. E siccome ci sono anche altre forme di co-working, penso ad esempio agli studi professionali, stiamo per partecipare ad un altro bando di Regione Lombardia”. Quanto al Polo tecnologico, “abbiamo bisogno di un altro step, assicuro la totale condivisione del Comune verso un progetto che richiede investimenti significativi da parte delle aziende. Servirà per creare posti di lavoro e soprattutto, per tenere quelli che già ci sono, in città”.
Giuliana Biagi
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