Cronaca

Nuove immagini: ecco caschi, volti coperti e grossi sacchi sospetti prima degli scontri Registrata anche esplosione violenze

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Un passamontagna rimasto a terra dopo gli scontri (foto Sessa)

Dopo i fatti di sabato a ribellarsi sono ora i cittadini. Nella giornata di domenica è nato su Facebook il “Comitato per la chiusura dei centri sociali a Cremona”, la cui pagina in circa 24 ore ha ottenuto circa 3500 iscrizioni. “Ci stiamo organizzando per una manifestazione di protesta (senza bandiere) verso le istituzioni cremonesi che hanno permesso questo scempio della nostra cittadina per dire basta a centri sociali storici ed eversivi di puro terrorismo e antisociali – si legge nel primo post apparso sulla pagina -, per chiedere i danni subiti da commercianti, imprenditori e privati”. I promotori chiedono ai cittadini di denunciare “i responsabili oggettivi, cioè coloro che hanno organizzato la manifestazione: il centro sociale Dordoni”. Molti i commenti di rabbia contro quanto successo, a riprova che gli animi dei cremonesi oggi sono accesi come non mai, pure contro le istituzioni.

Il comitato chiede che non venga autorizzato il concerto dei 99 Posse, in programma per giovedì sera, alla luce delle dichiarazioni di incitazione alla violenza apparse sul profilo Facebook del noto gruppo rap-raggamuffin rap napoletano (che sui social ha pubblicato una immagine dei black bloc a Cremona, corredato dalla frase “Onore a chi lotta, più bastoni e meno tastiere”). Ecco quanto appare su uno dei post del comitato in merito al concerto: “Il centro sociale stesso che ha organizzato la manifestazione di ieri ha comunicato ufficialmente che giovedì si terrà il concerto dei 99 Posse… spero sia uno scherzo. Questa volta che il signor Galimberti non venga a dire che non è di sua competenza l’autorizzazione alla manifestazione”. Centro sociale comunque convinto: il concerto secondo loro si farà.

Sempre sulla scia dello sconcerto suscitato in città dalle violenze di sabato, sta circolando  online, sulla piattaforma change.org, una petizione rivolta al sindaco Galimberti per chiedere la chiusura del centro sociale. Già oltre 735 sottoscrizioni.

LE NUOVE IMMAGINI DEI FATTI DI SABATO (VIDEO E FOTOGRAFIE): CASCHI, VOLTI COPERTI E GROSSI SACCHI SOSPETTI PRIMA DEGLI SCONTRI. NELLE RIPRESE LA RIMOZIONE DELLO STRISCIONE PER FAVORIRE LA COMPARSA DEI BLACK BLOC IN TESTA AL CORTEO. REGISTRATA ANCHE L’ESPLOSIONE DELLE VIOLENZE – Intanto continua l’attività di ricostruzione dei fatti. Nel video con nuove immagini che pubblichiamo a corredo di questo articolo ripercorriamo quanto accaduto sabato pomeriggio, dal momento dell’adunata di fronte al centro sociale Dordoni fino all’esplosione della violenza in viale Trento Trieste, con tutto quello che è seguito. Nelle riprese analizzate e pubblicate oggi, è possibile notare, all’inizio tra la folla, soggetti con volto travisato o con caschi attaccati agli zaini, a dimostrazione di un clima non certo disteso già dai primi momenti (ci penseranno comunque gli investigatori a dare un’identità a coloro che hanno poi effettivamente partecipato agli scontri). Alcune fotografie scattate dall’alto e fatte pervenire a Cremona Oggi nelle ore successive, inoltre, mettono in evidenza la presenza di soggetti a volto coperto con grossi sacchi neri tra le mani a una decina di metri dalla testa del corteo in via Mantova. Cosa contenevano quei sacchi? Molto probabilmente oggetti utili alla guerriglia urbana.

Nel corso del corteo è anche possibile sentire slogan tutt’altro che pacifici, gridati a gran voce. Sempre nel video si nota un crescendo di tensione, fino al punto cruciale, quando partono i fumogeni, viene fatto rimuovere lo striscione per favorire l’entrata in scena dei black bloc e iniziano i preparativi per gli attacchi. Poi il caos, i lanci di pietre ed oggetti, l’esplosione delle bombe carta e i lanci di lacrimogeni.

Nelle riprese si può notare anche il comportamento delle forze dell’ordine che, anziché contrattaccare, si limitano a difendere, a circoscrivere i facinorosi, ad impedire che qualcuno resti ferito, ma soprattutto a evitare l’arrivo dei violenti in centro e al luogo in cui aveva sede Casa Pound, dove avrebbero potuto provocare danni ancora peggiori.

Laura Bosio
Michele Ferro
redazione@cremonaoggi.it


I sacchi sospetti
Zoom sui sacchi sospetti

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