Politica

La maggioranza difende il sindaco E Rifondazione chiude con il Dordoni

foto Sessa

AGGIORNAMENTO – La lunga giornata di commenti alle violenze conosciute da Cremona sabato pomeriggio, si chiude con la rottura tra centro sociale Dordoni e partito di Rifondazione Comunista. Con un comunicato arrivato in tarda serata, la segretaria provinciale di Rifondazione Celestina Villa riprende quello che il sindaco Galimberti aveva detto in mattinata: “si è rotto un rapporto con la città” e imputa alle nuove leve del centro sociale il fatto di non aver saputo valutare le conseguenze della manifestazione. “L’antifascismo cremonese ha compiuto delle scelte in questi giorni – inizia il suo comunicato – Solidarietà ad Emilio, percorso plurale, partecipato e non violento per avvicinarsi alla manifestazione. Per avvicinare la città alla manifestazione, per riabituare una città spesso fredda e indifferente a gridare a squarciagola, a viso scoperto e in pieno sole, i valori dell’antifascismo.

Anche il Centro Sociale Dordoni ha fatto delle scelte. In totale autonomia, senza tener conto di altri percorsi. La gestione delle nuove leve del centro sociale Dordoni  si manifesta con una decisione di evidente rottura col passato. Alcune dinamiche nazionali e l’accreditamento all’interno di una certa area antagonista conta per i giovani virgulti molto più del rapporto con la città, intesa anche e soprattutto con la pluralità dei mondi e dei percorsi che partiti, circoli,  associazioni e altre organizzazioni rappresentano. Dimenticando che un Centro sociale è il punto di arrivo di percorsi di politica e socialità partecipata e diffusa che affondano le radici nel tessuto locale, dal quale traggono nutrimento e ragion d’ essere. Quando queste radici vengono recise, quando vien meno il rapporto e lo scambio fecondo col tuo circostante, vien meno la ragion d’essere anche dell’esperienza più radicata.
Ignorare l’ appello della madre di Mario, della moglie di Emilio, vuol dire troncare i legami col passato e col presente. Il sonno della ragione, ancora una volta, genera mostri.  Non mancherà ad Emilio la solidarietà degli antifascisti cremonesi. Non mancherà agli antifascisti cremonesi la voglia di continuare a gridare e lottare per questi valori.  Non mancherà agli  antifascisti cremonesi la voglia di dire che Casa Pound va chiusa,  subito e in tutta Italia. Il 24 gennaio 2015 insieme alle vetrine molte altre cose sono state rotte e ricostruire fiducia, dialogo e rapporti non sarà facile.  Cremona  è stata profondamente ferita e insieme a lei gli antifascisti cremonesi”.

LA MAGGIORANZA DIFENDE IL SINDACO – “Questo non è il momento dello sciacallaggio politico – sostengono i portavoce dei gruppi di maggioranza in consiglio comunale  –  questo è il momento dell’assunzione di responsabilità che tutti indistintamente, indipendentemente dalla loro collocazione politica, dovrebbero sentire a fronte di fatti di estrema gravità e che avrebbero potuto avere conseguenze molto più pesanti. Il Sindaco ha fatto tutto quanto era necessario e in suo potere per tutelare la città, sono ridicole e totalmente infondate le polemiche circa le autorizzazioni.
Chi si occupa di amministrazione pubblica sa e deve sapere come le leggi regolano la vita civile e conoscere il funzionamento dei ruoli delle diverse istituzioni. Ogni affermazione di qualsiasi soggetto con funzione e ruolo pubblico che non tiene conto di questo è grave e non degno della propria funzione.
Come è noto non sono previste autorizzazioni per questo tipo di manifestazioni, il mancato diniego da parte della Questura è legato ad evidenti ragioni di ordine pubblico.
Non potendo impedire l’arrivo dei manifestanti, l’azione congiunta delle Forze di sicurezza e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale hanno consentito di contenere i danni ed hanno evitato che l’azione preordinata ed organizzata di componenti violente dilagasse in tutta la città.
Quanto accaduto è gravissimo e ferisce profondamente la città annullando ogni spazio di ragionevolezza e di dialogo, precludendo il rinnovo della concessione di immobili comunali a chi non ripudia ogni forma di violenza. Chiediamo fortemente che le indagini siano accurate e rapide nell’identificare i responsabili dei danni alla città, verso i quali l’Amministrazione attiverà ogni più opportuna azione legale.
In una settimana nella nostra città abbiamo assistito ad episodi di grave violenza che devono richiamarci tutti alla responsabilità dell’agire politico nell’ambito del quale le ragioni di maggioranza e minoranza oggi dovrebbero essere seconde rispetto ad una presa di distanza unanime dalla violenza e concordi nell’affermazione dei principi che sono alla base della nostra Costituzione.
Chiediamo pertanto che venga convocato in tempi rapidi un Consiglio Comunale per riportare il dibattito nella sede istituzionale e offrire alla cittadinanza tutti gli opportuni chiarimenti su quanto accaduto”.

Il documento è firmato  per il Partito Democratico da Roberto Galletti e Rodolfo Bona; per Fare nuova la città da Alfredo Martini e Enrico Manfredini; per Sinistra per Cremona Energia Civile: Celestina Villa e Filippo Bonali.

L’UDC CHIEDE MISURE CONCRETE PER I DANNEGGIATI – Anche l’Udc prende posizione con la segreteria cittadina guidata da Giuseppe Foderaro, nel sostenere che “era pienamente evidente a chiunque che la manifestazione di ieri avrebbe presentato ampi rischi di derive violente … Forse questa evidenza non si palesava a qualche più o meno illustre esponente della sinistra che ha ben pensato di andare ad omaggiare e portare un saluto istituzionale (segretario Pd, consiglieri comunali, parlamentari) agli organizzatori di una manifestazione che, probabilmente a quanto visto, non aveva poi tutti quei profili di “istituzionalità” che solitamente le manifestazioni politiche realmente pacifiche hanno. Quanto è successo è, purtroppo, a tutti noto ed i distinguo e gli imbarazzati commenti di molte forze di maggioranza stanno a dimostrare, ben più di qualunque altra cosa, l’errore di valutazione politica che è stato compiuto; ora è il futuro che assume importanza, è la modalità di relazione che la politica, nel suo complesso, vuole assumere nei confronti di una cittadinanza giustamente colpita ed attonita. Condivisibile e responsabile il commento comparso nel comunicato del sindacato di polizia (…)  Esprimiamo piena solidarietà ai cittadini che hanno subito danni economici a beni di proprietà e ad attività economiche e ci auguriamo che i responsabili delle violenze e dei danneggiamenti siano presto identificati e messi di fronte alle proprie responsabilità.

Ora riteniamo che sia importante che dall’amministrazione comunale arrivino segnali decisi ed inequivocabili che, per noi, sono i seguenti:

– impegno diretto del primo cittadino ad organizzare un incontro/confronto fra tutte le forze politiche ed economiche, aperto alla cittadinanza, avente ad oggetto le future iniziative che l’amministrazione intende mettere in atto perchè simili situazioni non si possano ripetere e perchè la pacifica convivenza sia garantita, nel rispetto del pluralismo e della libertà di espressione;

– sostegno anche economico alle attività che hanno subito danni tramite sconto su aliquote delle imposte comunali a compensazione dei danni subiti.

Resta, infine, il nostro vero e sincero ringraziamento alle forze dell’ordine che, in un contesto così complesso, hanno svolto un egregio lavoro a tutela di tutta la cittadinanza, con grande senso di responsabilità nel non far degenerare ulteriormente una situazione che alcuni avrebbero voluto rendere drammatica”.

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