Cronaca

Corteo antifascista, vertice in Prefettura: 'Allerta massima'

Massima allerta da parte delle autorità locali per il corteo antifascista previsto per sabato 24 gennaio. Nel pomeriggio di mercoledì in Prefettura si è svolta la riunione del Comitato per la Sicurezza pubblica, a cui hanno preso parte, tra gli altri, rappresentanti della Questura, dei Carabinieri, della Polizia Municipale, del Comune e della Provincia.

Un incontro prettamente tecnico e organizzativo, per decidere come gestire una situazione, che si preannuncia piuttosto calda. Le autorità non nascondono la propria preoccupazione, soprattutto per i manifestanti provenienti da fuori Cremona, di cui non si conosce né identità né numero, così come ancora non è noto il percorso che farà il corteo. L’unica cosa certa è che l’assembramento dei manifestanti è previsto tra le 14.30 e le 15 presso il Csa Dordoni e che, almeno da quanto si può evincere dalle dichiarazioni di solidarietà che si rincorrono sui social network, il numero dei partecipanti non sarà certo esiguo.

Imponente sarà comunque anche lo schieramento da parte delle forze dell’ordine, tanto che verranno chiamati dei reparti in ausilio anche da altre città a sostegno dei corpi di polizia locali. Il presidio sarà massimo, al fine di evitare qualsiasi tipo di problema o di disordine. La preoccupazione è forte.

Manifestazioni di inquietudine, del resto, arrivano anche dalla società civile. A esprimere la propria preoccupazione, sono anche i commercianti cremonesi che, temono azioni violente. “Guardiamo con preoccupazione alla manifestazione di sabato prossimo nel centro di Cremona – evidenzia un comunicato stampa a firma del presidente Ascom, Fausto Casarin -. Siamo certi dell’impegno delle forze dell’ordine. Ugualmente auspichiamo che i partecipanti scelgano di testimoniare le loro idee in maniera democratica, civile e rispettosa dei diritti di ciascuno. Non possiamo tuttavia escludere una deriva con un corteo che non sia esente da atti violenti o da danneggiamenti a cose ed edifici”.

Un timore del resto non infondato: “Troppo spesso si è verificato, anche nella nostra città – continua Casarin -. Così come ancora oggi i muri di Cremona portano i ‘segni’ di chi, nell’ultima campagna elettorale, ha scelto di fare propaganda senza limitarsi ai pannelli predisposti dal Comune. Ma anche se tutto andrà per il meglio le imprese di Cremona avranno perso una giornata importante di lavoro. Chi verrà in centro sabato pomeriggio, pur sapendolo ‘militarizzato’ (e per fortuna, lo ribadisco, siamo certi che gli agenti saranno presenti in forze) e a rischio di ‘tensioni e scontri’? I fatti di cronaca testimoniano che è meglio tenersi alla larga da certe situazioni”.

Ma soprattutto, i commercianti chiedono informazioni efficaci, “per capire quali vie saranno coinvolte, quali parcheggi sarà meglio evitare per non incorrere in danneggiamenti. Ma la questione, al di là dell’emergenza, ha un carattere più generale. Da tempo lamentiamo il problema con le Istituzioni locali. ‘La mia libertà finisce dove comincia la vostra’ diceva Martin Luther King. Se è pur legittimo il diritto a ‘manifestare’, peraltro riconosciuto dalla Costituzione, altrettanto chiaro è che i cittadini devono riunirsi ‘pacificamente e senz’armi’ (art. 17). Altrettanto importante è il diritto al lavoro. Qualche anno fa Roberto Maroni, ora governatore della Lombardia, propose che si istituisse un fondo per indennizzare dei danni causati dalle manifestazioni (che avrebbe dovuto essere garantito dai partecipanti stessi). Non se ne fece nulla. E da allora non se ne  è più parlato. Speriamo che sabato sera non ci si rammarichi di non aver dato concretezza alla proposta”.

lb

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