Politica

Carletti va controcorrente su nomine Aem 'Meglio i politici dei tecnici nel Cda'

Si dissocia apertamente dalla scelta compiuta dal sindaco Galimberti per il Cda di Aem,  il segretario provinciale socialista Paolo Carletti, eletto in consiglio comunale nelle fila del Pd. In un intervento che giunge a quasi due settimane dalla designazione di Siboni alla presidenza, il consigliere prende le distanze dall’operato di Galimberti e soprattutto del Pd locale che ha salutato con soddisfazione l’avvicendamento alla poltrona di viale Trento e Trieste. “In un momento in cui il tecnicismo ed il managerismo la fanno da padroni – afferma Carletti – diciamo senza alcun timore che a parere del Psi  più è politico e meno è managerista il cda di un’azienda pubblica, e più gli utenti finali sono garantiti! L’amministrazione ha scelto una via differente, privilegiando le capacità tecniche a quelle politiche, ben sapendo che così facendo si renderà necessario un massiccio controllo della gestione AEM direttamente da parte dell’Amministrazione Comunale e ci auguriamo di poter dire tra qualche tempo che la scelta presa da questa amministrazione sia stata giusta. Al momento restiamo del parere che un interlocutore politico sarebbe stato più affine al perseguimento di quei fini per cui è nata l’Azienda, verso i quali si è diretta la presidenza fino ad oggi e verso i quali si dovrà dirigere nel futuro”.

Poi arriva la parte più significativa dell’intervento, quella in cui apertamente viene elogiato l’operato di Franco Albertoni, presidente per nove anni di Aem Spa, ‘silurato’ da una parte del Pd cremonese, dopo che di quel partito (nelle sue varie denominazioni precedenti) ne era stato esponente di spicco. “Ricordiamo infatti – continua Carletti – che avere un significativo spessore politico non significa affatto perseguire il bene di questa o di quella bandiera ed esempio ne è stato l’esperienza di Albertoni, politico tout court confermato alla presidenza di AEM da amministrazioni di segno opposto, proprio per il suo spessore politico che garantiva un interlocutore franco e preparato a prendere decisioni che, piaccia o no, sono e restano squisitamente politiche”.

Secondo il consigliere Psi bisogna recuperare il senso della presenza di Aem nell’economia cittadina e non solo: “A che serve l’AEM? La domanda non è affatto retorica perché senza un punto di partenza ben chiaro, non è possibile programmare un futuro. Serve ad accollarsi il patrimonio comunale? Serve per contrarre mutui in vece del Comune? Serve per portare introiti alle casse comunali? Serve per programmare strategie per creare un colosso dei servizi? Per noi nulla di tutto ciò. Per noi socialisti l’AEM serve per fornire ai cittadini cremonesi i migliori servizi a prezzi più contenuti, punto. E’ da questa premessa che partiamo ed è proprio questa premessa ad indurci a ritenere che il Cda di AEM debba avere un importante spessore politico locale, perché se vuole perseguire il fine da noi indicato, AEM deve fare politica a Cremona. Il Cda e la presidenza di AEM hanno il difficile compito di  tradurre in decisioni gli orientamenti dell’Amministrazione Comunale, tenendo in debito conto gli indirizzi dirigenziali dell’Azienda senza che questi però, tengano il timone dell’Azienda stessa”.

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