Politica

Progetto Sprar, la richiesta di Ventura 'Chiarezza su azioni delle cooperative'

Impiegare gli immigrati della Casa dell’Accoglienza e delle altre strutture convenzionate col Comune attraverso il progetto Sprar in lavori socialmente utili. Quali la manutenzione delle strade e del verde o la tinteggiatura degli edifici scolastici pubblici, ormai appannaggio dei genitori – volontari, considerato che nessun ente da anni garantisce la manutenzione ordinaria. A chiedere conto dell’utilizzo dei fondi che arrivano a Cremona nell’ambito del progetto di accoglienza per richiedenti asilo e profughi, è Marcello Ventura, consigliere di Fratelli d’Italia (gruppo misto in Comune). Non pochi soldi: 1 milione 213mila euro in tre anni, erogati dal Comune a favore delle  due cooperative che si occupano di gestire l’accoglienza in città (cooperativa Nazareth e servizi per l’accoglienza della diocesi), come riporta la mozione protocollata oggi dal consigliere. Una mozione che impegna giunta e sindaco a fornire chiarimenti. Il costoso intervento si avvale dei fondi erogati dallo Stato sulla base dei progetti pubblico – privati erogati a suo tempo e come noto il progetto cremonese si era piazzato tra i primo posti a livello nazionale sia per gli interventi a favore degli adulti che per i minori che sbarcano sul suolo italiano. Ora la domanda di Ventura é: come vengono effettivamente utilizzati questi soldi? In che modo vengono attuati quegli interventi di integrazione sociale e lavorativa, oltre che di orientamento e informazione legale, previsti tra le azioni del progetto Sprar?

“Quello che chiedo all’assessore – spiega – è che ci vengano illustrate le azioni concrete realizzate a favore dell’integrazione. Mi chiedo ad esempio se parte di questi soldi non potrebbero essere impiegati per retribuire lavori socialmente utili svolti dai rifugiati, per i quali gli enti non hanno soldi. I diretti interessati avrebbero il vantaggio di vedersi riconosciuto un ruolo sociale; la collettività si vedrebbe svolto un servizio e in questo modo diminuirebbe il numero di immigrati che stazionano davanti alla casa dell’Accoglienza senza far niente. Sarebbe inoltre un deterrente contro la delinquenza”. Ma i fondi nazionali per i programmi di accoglienza rifiugiati prevedono anche altre cose, ad esempio la tutela legale di queste persone. Che invece a quanto pare si avvalgono abbondantemente del gratuito patrocinio, con costi che si ripercuotono sulle casse pubbliche. “Vorrei sapere – aggiunge Ventura – se parte dei fondi del progetto vengono impiegati anche per pagare l’eventuale assistenza legale, come dovrebbe essere. Il tutto, sia per i rifugiati che stazionano pochi giorni in città, sia per quelli che restano più a lungo”.

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