Politica

L'Agricoltura alla Regione accende il dibattito politico a Cremona

La decisione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, di prendersi la delega all’agricoltura, foreste, caccia e pesca non è andata giù a parte della politica cremonese. Alla protesta del presidente della provincia, Carlo Vezzini, si aggiunge quella del coordinatore provinciale di Sel, Gabriele Piazzoni, che prende posizione in favore di Vezzini, concordando sulla sua protesta “per la decisione della Regione di prendersi le deleghe di Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca”. La Regione, secondo Piazzoni, “non ha fatto alcun ragionamento di efficientamento del sistema, infatti si è ben guardata dal prendersi deroghe onerose quali l’edilizia scolastica e le strade, ha puntato subito alla gallina dalle uova d’oro, l’agricoltura, destinataria dei cospicui fondi della Politica Agricola Comunitaria, circa 1 miliardo e 200 milioni di euro dal piano di sviluppo rurale dell’Unione Europea. Il Governatore leghista Roberto Maroni e l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava questa volta hanno deciso di applicare in modalità molto personale il mitico slogan ‘Padroni a casa nostra’, nel senso che i padroni saranno loro e non noi”. Insomma uno dei settori più ricchi e più importanti della nostra economia provinciale “sarà scippato e destinato ad un rigido controllo centralizzato da Milano – sottolinea Piazzoni -. E’ abbastanza chiaro che semplicemente Regione Lombardia ha voluto prendere direttamente il controllo di un settore che gode di cospicui finanziamenti, lasciando i settori poveri e poco redditizi in termini economici ed elettorali alle province. Il federalismo della Lega si sta rivelando una semplice sostituzione del centralismo Romano con quello Milanese, per di più con una invadenza ancora più forte nell’autonomia territoriale dato che almeno l’agricoltura Roma l’aveva lasciata ai governi provinciali. Non vorremmo essere maligni, ma chissà che in questa scelta non abbia influito il fatto che dopo le ultime elezioni di secondo livello 12 province su 12 sono governate da presidenti espressione del Centrosinistra”.

Diametralmente opposta la posizione del consigliere regionale di Ncd, Carlo Malvezzi, che dichiara: “Ritengo giusta e opportuna la scelta della Giunta Regionale della Lombardia di acquisire le competenze in materia di Agricoltura, Caccia e Pesca assunta nell’ultima seduta del 2014. Personalmente avrei preferito che anche le competenze in materia di turismo fossero riportate ad una regia più alta, per rendere più efficace l’azione di promozione dei territori lombardi. Lo straordinario lavoro che l’assessore alla partita Mauro Parolini sta impostando va proprio in quella direzione”.

La scelta della Giunta, che dovrà ottenere l’approvazione del Consiglio Regionale  nelle prossime settimane, secondo Malvezzi “deve essere valutata alla luce degli intendimenti che il legislatore nazionale ha voluto assumere con la Legge Del Rio, trasformando le Province in enti di area vasta di secondo livello con competenze limitate, falcidiandone i trasferimenti al punto da compromettere la tenuta economica dei bilanci. Non è un mistero che la stragrande maggioranza delle Province già oggi non rispetta il patto di stabilità ed è a rischio di default, indipendentemente dalla competenza e dall’impegno degli amministratori, compresi quelli cremonesi con i quali mantengo ottimi rapporti di collaborazione. La complicata vicenda degli “esuberi” del personale dipendente delle Province dice con quanta superficialità e pressappochismo viene affrontata la difficile sfida di ammodernare l’architettura istituzionale del nostro stato al di fuori di un disegno organico che possa ridefinire competenze e risorse”.

Malvezzi sottolinea che “proprio in questo clima di confusione per il futuro delle Province,  Regione Lombardia ha voluto dare certezza ai tanti imprenditori agricoli lombardi e alle loro associazioni che necessitano di supporto e di confronto quotidiano. Il settore agricolo rappresenta per l’economia lombarda un asse insostituibile e meritevole di sostegno e di tutela. L’impegno che Regione Lombardia ha manifestato durante i negoziati europei per la nuova Pac e per il futuro Psr ne sono la prova concreta. Le professionalità che in tanti anni sono cresciute all’interno dell’ente provincia nel settore agricolo – conclude il consigliere di Ncd – dovranno rimanere a disposizione del nostro territorio, nelle forme organizzative che verranno valutate prossimamente, coinvolgendo le rappresentanze sindacali”.

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