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Cura dimagrante aziende pubbliche Si comincia dalle società dell'acqua

Il dibattito tra centrodestra e centrosinistra sul futuro delle società dell’idrico, Padania Acque Gestione e Padania Acque Patrimoniale, dopo aver investito il cremasco arriva anche in consiglio comunale a Cremona. I presidenti di entrambe hanno preso parte oggi in consiglio comunale, al dibattito sulla proposta di incorporazione della prima nella seconda. Il cremasco Ercole Barbati (area centrodestra)  presidente della gestionale, senza entrare nel merito dei dettagli che la fusione comporterebbe, ha evidenziato che il Cda non ha ancora nemmeno affrontato la questione. La seduta che avrebbe dovuto farlo, venerdì scorso, è saltata per il forfeit di due componenti. “Non ho ricevuto un mandato dai soci”, afferma Barbati, “non sono in grado di valutare un progetto che non esiste ad oggi”. All’opposto Alessandro Lanfranchi (Pd), presidente della patrimoniale e amministratore delegato della gestionale,  ha ribadito quanto aveva già spiegato in commissione la settimana scorsa: l’atto di indirizzo chiesto al Comune (come ai restanti 114 della provincia) è di dare un mandato politico all’avvio dello studio che condurrà ad una società unica. “Mi interessano meno le date e più la necessità di dare continuità aziendale alla società – ha spiegato Lanfranchi -. Qui si parla di un’aggregazione tra due società che fanno capo agli stessi soci, e che mettono in campo economie di scala che ci consentono di risparmiare. E’ vero che è stato il Cda della patrimoniale a farsi carico con un atto d’impulso di avviare lo studio. Ma il progetto inizierà a valle dell’atto di indirizzo dei consigli comunali e sarà da questi valutato”. Lanfranchi ha anche parlato di problemi circa la sostenibilità degli investimenti della gestionale, che al momento paga canoni alla patrimoniale per l’utilizzo degli impianti. “La mia prima preoccupazione è avere una visione di futuro. Mettersi assieme vuol dire rimettere a disposizione del territorio una capacità patrimoniale che consenta di accedere a quei fondi che sono necessari. Per esempio, la Banca Europea per gli Investimenti mette a disposizione prestiti a tassi favorevoli,  purché in presenza di determinate capacità patrimoniali ”. La gestionale ha un capitale sociale di 6 milioni; la patrimoniale di circa 35.

Perplessa la minoranza: “Perchè tanta fretta?” ha chiesto Everet di Forza Italia, “forse perchè ci sono in ballo tanti soldi?”; “Quali sono i vantaggi in termini di tariffa o di maggiore efficienza?”, ha chiesto Zanardi del Misto; “Perchè i presidenti delle due società in questione, che abbiamo sentito, danno pareri discordi all’operazione? perchè deve essere la patrimoniale ad inglobare la gestionale e non viceversa?”, ha chiesto Ghidotti, che nella dichiarazione di voto ha ribadito le perplessità legate a una “tempistica che suscita sospetti, con accelerazione improvvisa questa estate; dibattito partito prima del progetto; convocazione di consigli di amministrazione che mi vengono detti fatti in maniera ballerina…”.  Critico anche Fasani, Ncd,  per la scarsa chiarezza sulla mancata convergenza dei due presidenti.

Numerosi gli interventi a sostegno dell’operazione da parte dei consiglieri di maggioranza. Paolo Carletti (Pd): “Per la prima volta c’è un’amministrazione che vuole diminuire i consigli di amministrazione con più o meno prebende; in campagna elettorale siamo tutti d’accordo quando si parla di queste cose, adesso invece c’è una minoranza che parla di fuga in avanti”. Enrico  Manfredini (Fare Nuova la città): “Operazione che viene fatta per avere un miglioramento del servizio in prospettiva, oltre che di ottimizzazione finanziaria”. Rodolfo Bona, capogruppo Pd: “Votiamo convintamente sì per tre motivi: non avere due enti che si duplicano; perchè questo favorisce un aumento del patrimonio e quindi un aumento degli investimenti e questo significa sicuramente vaantaggi; per i risparmi insiti nell’operazione. E’ vero, non c’è un progetto, ma saremo noi a valutarlo quando sarà fatto”. Bonali (Sinistra per Cremona) ha rimarcato l’urgenza degli investimenti e la necessità di un gestore unico per un servizio dove le reti sono perlopiù ‘invisibili’ come quelle idriche. Poli (Pd): “Probabilmente ci sono delle resistenze da parte di un Cda ad autospegnersi”.

Alla fine atto di indirizzo approvato, con 23 voti a favore, 3 contrari e 4 astenuti.

Giuliana Biagi

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