Cronaca

Condannato a tre anni Davide Pigozzi, il rapinatore della farmacia Zamboni

Processato con il rito abbreviato davanti al gup Andrea Milesi, Davide Pigozzi, 50enne di Cicognolo, è stato condannato ad una pena di tre anni di reclusione per la rapina messa a segno il 5 settembre dell’anno scorso alla farmacia Zamboni di via Oglio. L’imputato era difeso dall’avvocato Giuditta Evangelisti che, in forza di una perizia psichiatrica, ha sostenuto per il suo cliente la semi infermità mentale. Attualmente il 50enne, ritenuto persona socialmente pericolosa, è ricoverato alla casa di cura di Castiglione delle Stiviere.

Il prossimo 19 febbraio l’uomo dovrà comparire di nuovo in tribunale, questa volta davanti al giudice Pio Massa, per rispondere dell’accusa di porto abusivo di coltello. Il fatto risale al 30 agosto del 2013, qualche giorno prima della rapina alla farmacia, quando Pigozzi era ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Cremona. Davanti ad un’infermiera aveva dato in escandescenze e all’improvviso dalle tasche aveva estratto un coltello con il quale aveva cercato di ferirsi.

Il nome di Pigozzi è noto alle cronache per essere stato l’autore del tentato omicidio avvenuto il 3 febbraio del 2007 davanti al Sert di via Postumia. Quella mattina Pigozzi, per un regolamento di conti per questioni di droga, aveva sparato due colpi di arma da fuoco contro Walter Morstabilini, di Rivolta d’Adda. Quest’ultimo, ferito gravemente al torace, aveva rischiato di morire. L’allora 43enne di Cicognolo era stato arrestato qualche ora dopo i fatti e successivamente condannato in primo grado a sei anni e quattro mesi. Nel luglio del 2008 aveva invece patteggiato dieci mesi e venti giorni per la ricettazione della pistola, di proprietà del marito della sua compagna che all’epoca ne aveva denunciato lo smarrimento. Pigozzi, favorito anche dalla buona condotta, era poi uscito da carcere.

Per quanto riguarda la rapina alla farmacia Zamboni, Pigozzi, armato di pistola e coltello, aveva minacciato i presenti (all’interno c’era un cliente e cinque dipendenti) e si era fatto consegnare un bottino di 2.850 euro. Rocambolesca la fuga: prima, puntandole la pistola contro, aveva intimato ad un’automobilista (che era farmacista proprio della Zamboni) di accompagnarlo a Brescia; poi, visto il suo rifiuto, aveva rubato la bici ad un ragazzino di passaggio (il rapinatore, come ‘risarcimento’, gli aveva lasciato 100 euro). Successivamente aveva preso un taxi sul quale si era spogliato degli abiti, lasciando tutti gli indumenti (maglietta, pantaloni corti, cintura, marsupio) e infine aveva raggiunto Brescia con un mezzo pubblico. Ad indicare la pista bresciana era stata proprio la farmacista alla quale l’uomo aveva chiesto il passaggio in auto. Il 50enne, con vistosi tatuaggi, era stato individuato anche grazie alle immagini delle telecamere attive alla farmacia Zamboni e rintracciato nei pressi di un albergo di Brescia. Quando era stato arrestato non aveva più il denaro rubato alla farmacia, ma cocaina e marijuana. La polizia gli aveva sequestrato una scacciacani senza il tappo rosso e un coltello.

Sara Pizzorni

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