Ricollocazione personale Provincia negli enti locali, ipotesi blocco concorsi
Potrebbe essere il blocco dei concorsi già avviati negli enti locali, blocco della durata di 5 mesi, una delle soluzioni per trovare una collocazione agli eventuali esuberi di personale della Provincia. Questo per evitare nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, riempiendo le caselle vacanti delle piante organiche con i lavoratori delle Province ormai spogliate di quasi tutte le funzioni. Che fine faranno questi servizi – manutenzione edifici, lavoro, istruzione e formazione professionale, agricoltura e ambiente, turismo, tanto per citarne alcuni – ancora non è chiaro, certo è che solo in regione Lombardia sono 3000 i lavoratori che potrebbero non avere più funzioni da svolgere da qui a una ventina di giorni.
L’ipotesi di dirottarli nei Comuni, che per quanto poco, ancora possono assumere, è stata lanciata dalla segretaria della Fp Funzione Pubblica Maria Teresa Perin durante l’assemblea sindacale di martedì 9 novembre. La sindacalista ha anche aggiunto che 5 mesi di blocco sarebbero comunque pochi e che comunque “nella nostra provincia i concorsi banditi dagli enti locali sono ben poca cosa, per via del Patto di Stabilità”.
Altre pubbliche amministrazioni nelle quali potrebbero essere dirottati i lavoratori delle Province sono Agenzia del territorio (catasto), Motorizzazione Civile e soprattutto Ministero di Giustizia (Procura e Tribinale di Cremona sono ad esempio in forte sofferenza). Ma c’è il problema della formazione del personale, che non è da poco.
Nel frattempo continua il braccio di ferro tra Regione e eStato per trovare le risorse finanziarie che mettano in grado le prime di assorbire funzioni e personale dalle Province. Nel consiglio regionale di ieri, 9 dicembre, il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Daniele Nava ha evidenziato che, qualora venisse confermato l’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità sulla presa in carico del 50 per cento del personale delle Province e del 30 per cento del personale delle Città metropolitane, sarà necessario riconsiderare l’attribuzione delle funzioni delegate, assegnando alla Regione la stragrande maggioranza di queste funzioni, che in un primo momento si era pensato di lasciare alle Province. Il personale della Regione Lombardia – ha aggiunto – diventerebbe infatti più del doppio dell’attuale e “si tratterebbe, al netto dei trasferimenti e della fiscalità devoluta in meno, di un disavanzo di 110-120 milioni di euro”.
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