Cronaca

Arcigay: 'Trascrizioni, delusi dal Consiglio Unioni civili, servono tempi certi' Pd: 'Coppie di fatto, ora confronto democratico'

AGGIORNAMENTO – Il ritiro della mozione che chiede al Comune di istituire il registro delle unioni civili, presentata dal gruppo Sinistra per Cremona-Energia civile nel consiglio comunale del 9 dicembre, crea qualche malumore nella base. “Non mi sono mai piaciute le mozioni ritirate in extremis per non rompere la maggioranza”, scrive su Facebook Paola Trombini, ex consigliere di Rifondazione comunista. Il capogruppo di Sinistra per Cremona, Filippo Bonali, ridimensiona la questione e sottolinea come il ritiro della mozione non significhi un ripiegamento della sinistra alle richieste della maggioranza della coalizione, rappresentata da Fare Nuova la Città e Pd. “Da più parti – spiega Bonali – nel corso del dibattito consigliare, è emersa la volontà di discutere di unioni civili, cosa che verrà fatta in commissione. Qui non si tratta di decidere qualcosa dall’oggi al domani, ma di temi etici. Proprio oggi ho consegnato le 350 firme che avevamo raccolto alcuni mesi fa su questo tema, per spingere il Consiglio comunale a una delibera”. Oltre che sull’istituzione del registro delle unioni civili, la raccolta firme era stata fatta anche per avviare a Cremona l’istituzione del registro dei testamenti biologici. Nella mozione di Sinistra per Cremona si chiedeva l’istituzione del registro unioni civili entro tre mesi, tempistica che evidentemente ora appare troppo perentoria. Bonali evidenzia comunque come sulla mozione delll’esponente M5S Lanfredi (sulla trascrizione dei matrimoni gay) la sua sia stata l’unica astensione in Consiglio: tutti gli altri hanno votato contro, tranne ovviamente la proponente, a favore.

ARCIGAY – Sul tema del registro delle unioni civili Arcigay Cremona interviene con il presidente Gabriele Piazzoni (che ricopre anche il ruolo di segretario provinciale di Sel): “Un surplus di dialogo e di condivisione del tema non rappresenta un problema, ma bisogna avere tempi certi e un obbiettivo preciso, l’approvazione del Registro”.

Più duro il commento di Arcigay sul tema della trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero: “Attorno al tema della trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero, si è sostanzialmente deciso di rimettere la questione al Parlamento nazionale previa espressione di un parere da parte del Sindaco, alla luce degli interventi delle Prefetture nelle città che hanno eseguito la trascrizione. Su questo siamo delusi dalla mancanza di coraggio da parte del Consiglio comunale, che non ha colto che proprio nel conflitto con il Ministero degli Interni sta l’essenza della scelta di molte grandi città italiane di procedere alla registrazione, per far emergere l’incongruenza e la mancanza della legislazione nazionale su questo tema, che riconosce i matrimoni contratti negli altri paesi membri dell’Unione europea ma non quelli omosessuali, costituendo nei fatti una discriminazione fra i cittadini”.

Tornando al registro delle unioni civili, “questione che invece è tutta sulle spalle del Comune di Cremona”, “la maggioranza di centrosinistra – prosegue Arcigay – ha raggiunto un accordo in merito alla necessità di approfondire il tema e di ampliare la discussione con il coinvolgimento dei cittadini, e su questo accordo è stata ritirata la mozione del Consigliere Bonali che avrebbe in tempi brevissimi fatto diventare realtà il Registro. Riteniamo che un surplus di dialogo e di condivisione del tema non rappresenti un problema, ma deve essere chiaro alla maggioranza del Consiglio comunale e dei cittadini che questa discussione viene fatta sui diritti di una minoranza, non sui propri, e che quindi il percorso di approfondimento e condivisione deve avere tempi certi ed un obbiettivo preciso, l’approvazione del Registro. I cittadini cremonesi, che costituiscono nuclei familiari differenti dalla famiglia eterosessuale sposata, chiedono solamente che il proprio Comune non li consideri cittadini e famiglie di serie B, e che almeno in ambito amministrativo tutti siano trattati equamente.  Come Comitato Arcigay faremo ovviamente campagna propositiva per l’istituzione del Registro e siamo pronti a partecipare e a contribuire assieme alle istituzioni e alle forze politiche alla realizzazione di questo percorso, per far si che tutta la città capisca la necessità di riconoscere e tutelare tutte le differenti tipologie di famiglie”.

SEGRETERIA PD – Anche la segreteria cittadina del Pd interviene dopo il Consiglio comunale: “Con il dibattito ed il voto di ieri il Consiglio comunale restituisce il tema dell’introduzione del registro delle coppie di fatto al lavoro di una politica meno urlata rispetto a quanto visto negli ultimi mesi – si legge in una nota firmata da Luigi Lipara e Francesca Baldini -. In Commissione, con spirito laico, si aprirà un percorso di approfondimento e di confronto democratico nel quale sarà data voce a tutte le voci e saranno ascoltate le opinioni di tutti, anche di chi dissente. In tempi congrui si giungerà quindi alla definizione degli strumenti più efficaci sotto il profilo amministrativo. Spiace riscontrare nel dibattito delle ultime settimane punte di esagerazione tali da vedere nel registro addirittura una minaccia per la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio; nessuno ha mai messo in discussione questo modello che non è in in alcun modo in contrapposizione con l’unione di fatto”.

“Chi confonde piani diversi introducendo elementi di giudizio influenzati da forti condizionamenti etici, ideologici o religiosi – proseguono Lipara e Baldini – distrae l’attenzione da ciò che qui realmente è in gioco, ovvero dal giusto riconoscomento dei diritti di tutte quelle persone che scelgono liberamente di vivere la propria convivenza con forme diverse da quella matrimoniale, a prescindere dall’orientamento sessuale. Quanto accaduto ieri in Consiglio è la prova che questa maggioranza non si sottrae al dibattito su questi temi ma li sa affrontare serenamente, nel rispetto di tutte le sensibilità e con spirito di ampia condivisione e coesione”.

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