Cronaca

Matrimoni gay all'estero Cremona dice no alla trascrizione

AGGIORNAMENTO – No del Consiglio comunale alla trascrizione nei registri di stato civile del Comune dei matrimoni gay contratti all’estero, come richiesto dal Movimento 5 Stelle. Su 31 presenti, 29 hanno votato contro, uno a favore e uno si è astenuto (consigliere Filippo Bonali, Sinistra per Cremona Energia Civile). A conclusione del dibattito, il sindaco Gianluca Galimberti ha preso la parola chiedendo un’attenzione ai contenuti dei documenti presentati annunciando il suo voto negativo. In precedenza c’erano stati gli interventi di Fasani (Ncd): “Con queste azioni si va nella direzione di modificare il concetto di famiglia per come è conosciuto nel nostro paese e nella nostra tradizione. Dare la possibilità di registrare matrimoni di persone del stesso sesso porterebbe a rendere legittime tante cose che ora non lo sono, come ad esempio la poligamia. Giù le mani dalla famiglia”.

Ceraso (Obiettivo Cremona con Perri): “Va bene riconoscere giuridicamente le coppie di fatto, ma questo non significa che debbano essere equiparate al matrimonio. Concetti come famiglia e matrimonio appaiono nella costituzione e una loro interpretazione non può spingersi fino alla modifica della norma. Ci possono essere altri modi per evitare discriminazioni e tutelare i diritti delle persone che decidono di vivere un rapporto omosessuale. Quando ero assessore avevamo messo in campo iniziative volte ad arginare i casi di discriminazione”. Schifano (Pd):  “Stiamo discutendo del nulla, perché se anche oggi il consiglio comunale decidesse di trascrivere i matrimoni gay, ciò non avrebbe alcun valore politico. È il Parlamento che dovrebbe assumersi la responsabilità di legiferare su questo argomento. Ma manca la volontà politica. Credo che dovremmo occuparci di più delle questioni della città e sui problemi dei cittadini che di questa fuffa”.

In precedenza, c’era voluta più di un’ora di schermaglie giuridiche in consiglio comunale, prima che si aprisse la discussione sui diritti delle coppie omosessuali. Come annunciato nelle ore precedenti, i consiglieri della Lega Nord  Alessandro Carpani e Alessandro Fanti, hanno fatto “di tutto per impedire che venga calpestata e uccisa la famiglia tradizionale, fatta da padre madre e figli, non da due padri o due madri o genitori 1,2,3”. Pertanto a inizio seduta hanno presentato una mozione d’ordine con la richiesta di cancellare dalla discussione entrambe le mozioni sui diritti coppie gay, quella presentata dai 5 Stelle sulla trascrizione dei matrimoni contratti all’estero e quella successiva di Pd e Fare Nuova la Città che invita il sindaco a sollecitare il Governo a fare chiarezza in via definitiva attraverso una legge, sul controverso tema. In entrambi i casi, afferma Carpani, le mozioni contrastano con Costituziuone e la legislazione italiana, come ricordato dalla comunicazione del ministero dell’Interno.

Il voto sulla mozione d’ordine è stato oggetto di dissertazione giuridica da parte del segretario comunale Pasquale Criscuolo, sul fatto che la si potesse applicare simultaneamente ad entrambe le mozioni, in effetti molto diverse tra di oro. Perentoria quella dei 5 Stelle; sotto forma di ‘invito’, invece quella della maggioranza, elaborata in particolare dal socialista Paolo Carletti (nella fila del Pd). In seguito si è innestato il dibattito se il voto sull’accettazione o meno della mozione d’ordine potesse essere segreto oppure no: Criscuolo ha spiegato che trattandosi di questioni  di legittimità, il voto non può essere segreto; il capogruppo FI Ferruccio Giovetti invece ha sostenuto che essendoci di mezzo sensibilità personali era giusto, come prevede anche il regolanento, che si votasse in tal senso. Tra la confusione generale, la presidente del consiglio Simona Pasquali ha posto ai voti la segretezza del voto sulla mozione d’ordine: la proposta non è passata, con 7 favorevoli e 23 contrari.

Dopo un’interruzione di 10 minuti per dar modo ai consiglieri di comprendere cosa si stesse votando, la seduta è ripresa con la decisione di votare la mozione d’ordine solo nella parte che riguardava la mozione dei 5Stelle, con esito negativo, 11 voti contro 9. Solo a quel punto, ormai alle 17, Lucia Lanfredi ha potuto illustrare la sua mozione.

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