Nomine in Aem i tempi si allungano Pesano le divisioni del Pd
Si allungano i tempi per trovare i cinque nomi che comporranno il consiglio di amministrazione di Aem Spa. Da un lato Fare Nuova la Città pare stia sollecitando da tempo il sindaco a procedere con il rinnovo; dall’altra il Pd temporeggia nel dare l’indicazione definitiva sui propri nominativi. Che sono tanti, molte donne, molti volti sconosciuti, oltre ad altri di lungo corso come la pluricitata Fiorella Lazzari. Proprio le divisioni interne al maggior partito cittadino sembrano essere la causa dell’allungamento dei tempi per le nomine, inizialmente previste per questo fine settimana. Il capogruppo in Consiglio Comunale, Rodolfo Bona, dovrebbe convocare i consiglieri per fare la scrematura delle candidature pervenute e valutare la loro rispondenza ai nuovi criteri varati dal Consiglio. Un ultimo passaggio che dovrebbe evitare quanto successo per le nomine in Cremona Solidale e Fondazione Città di Cremona, con i sostenitori di Roberto Poli (candidato alternativo a Roberto Galletti) che accusano la maggioranza di aver inserito troppi nomi vecchi senza nessuna consultazione interna. E’ dai primi che proviene la richiesta di un ulteriore confronto su nomi e curriculum.
Mentre sembra scontata la nomina di Roberto Mazzini a successore di Franco Albertoni, come persona di alto profilo tecnico, i problemi sembrano esserci per la scelta dei restanti 4 consiglieri, grosso modo 2 indicati dal Pd, uno da Fare Nuova la città, uno spettante alla minoranza. Resterebbero fuori dai giochi i candidati di Sinistra per Cremona – Energia Civile, che ha indicato Pierangelo Ongari e Giacomo Bazzani. Tra le molte candidature ed autocandidature di area Pd, oltre alla Lazzari, anche Michelangelo Gaggia, già sostenitore di Ambrosoli alle primarie per le regionali; Tommaso Coppola; Ada Ficarelli.
Sullo sfondo la delicatissima partita dell’inceneritore, con la sfida tra chi nel Pd vuole evitare traumatismi nella gestione della patrimoniale, e i convinti propugnatori del nuovo a tutti i costi. Momento complicato, questo, anche per via delle ventilate fusioni tra le società partecipate che secondo alcuni Renzi vorrebbe ridurre a soltanto a quattro in tutta Italia. Un eventuale crollo degli utili che l’Aem gira ogni anno all’esangue bilancio comunale, a causa magari di precipitose scelte industriali, è uno spauracchio non da poco. La gestione dei rifiuti segna un discrimine tra vecchio e nuovo corso. La fronda alla gestione Aem fin qui condotta si identifica nell’assessore all’Ambiente, Alessia Manfredini, ma questa linea si scontra con l’appena nominato in segreteria cittadina Giuseppe Tadioli, uno di quelli che l’inceneritore lo vide nascere.
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