Ambiente

FI e Ncd all'attacco su inceneritore Manfredini: "Entro tre anni l'alternativa”

Resta valida la data dei tre anni (dal 2014)  entro i quali verrà posta la parola fine all’inceneritore, come promesso in campagna elettorale dal centrosinistra? O, per l’appunto, quella data è stata soltanto un tema di campagna elettorale? E’ girata soprattutto attorno a questa domanda, fatta a più riprese dai consiglieri di opposizione Everet (FI) e Fasani (Ncd) la commissione comunale Ambiente, nella quale l’assessore Alessia Manfredini ha fatto il punto sullo stato d’avanzamento dell’intesa con la Regione sottoscritta a maggio dalla precedente amministrazione. Le schermaglie tra maggioranza e minoranza sono andate avanti per quasì un’ora, con Manfredini che ha spiegato come soltanto nelle ultime settimane e su forte impulso del Comune sia effettivamente partito il gruppo di lavoro Comune – Regione per studiare un piano di dismissione, tavolo che avrà cadenza mensile e dovrà obbligatoriamente concludersi entro dicembre 2015 (il Comune ha chiesto entro giugno). E dall’altra parte l’opposizione di Everet che ha dato dei ‘pinocchio’ agli attuali amministratori.

“Ci avete detto e ripetuto che le date sono importanti, che volete agire dandovi scadenze precise. La mia domanda è: lo chiudete entro tre anni o no?”, ha chiesto Everet. Sì, è stata la risposta di Manfredini, ma va costruita l’alternativa e non è un percorso immediato, perchè implica l’estensione della raccolta differenziata in città.  “Voi non avete mai esteso la differenziata, se l’aveste fatto, adesso saremmo ad un altro punto, forse più vicini alla chiusura dell’inceneritore. Adesso procederemo, facendo quello che andava fatto prima, ossia dando degli input precisi al gestore. Lo stesso stiamo facendo anche con la gara rifiuti: verrà bandita l’anno prossimo, voi l’avevate solo annunciata, senza neppure fare una bozza del bando”. A proposito dei rapporti tra Comune e la sua partecipata: lunedì 24 novembre scadevano i termini per la presentazione delle candidature al nuovo cda di Aem Spa: il sindaco Galimberti ha ora davanti un ventaglio di proposte, la scelta non è facile, ma dovrebbe avvenire entro pochi giorni.

Il protocollo comune-provincia-regione-Arpa-Asl è finalizzato alla stesura di un documento che fornisca una “valutazione tecnica del ruolo dell’impianto di incenerimento rifiuti di Cremona nella complessiva filiera di gestione dei rifiuti urbani a scala comunale, provinciale e regionale e alla valutazione di possibili alternative all’esercizio dello stesso”. Il gruppo di lavoro dovrà concludersi entro il 15 settembre dell’anno prossimo e il rapporto tecnico conclusivo dovrà essere sottoscritto entro dicembre.

“Se aspettassimo solo la Regione credo che non arriveremmo mai al decommissioning dell’inceneritore”, è intervenuto Filippo Bonali, consigliere di Sinistra per Cremona-Energia Civile. “Per questo come maggioranza abbiamo preparato un ordine del giorno che fissa tutte le azioni necessarie affinchè si possa raggiungere l’obiettivo. Dobbiamo darci da fare noi, trovare delle alternative, senza cui nessun programma di dismissione può reggere.  Il periodo di tre anni è stato indicato come un termine ragionevole, ma pensare che con questo tutto sia stato risolto è difficile”. Insomma, lo spegnimento del forno di san Rocco ormai obsoleto, che funziona nemmeno per la metà del suo carico autorizzato (50mila ton annue anzichè 120mila), e che ogni anno subisce degli stop per vari motivi, molti dei quali legati ad inefficienze, non è così facile da attuare. Ma soltanto adesso, afferma la maggioranza, il comune di Cremona si è dato da fare per forzare Aem gestioni e quindi Lgh a trovare delle alternative.

Argomenti che però non hanno convinto l’opposizione: “Vedo con piacere che anche l’attuale maggioranza ritiene quantomeno una stupidaggine fissare una data certa alla soluzione di un problema tanto complesso”, ha detto Fasani. “Ma prima delle elezioni sulle date si insisteva, e molto. Il candidato sindaco Galimberti aveva detto più volte che i tre anni erano riferiti alla chiusura dell’inceneritore, non allo studio per la dismissione. Evidentemente si usano due pesi e due misure, a seconda di quando si è all’opposizione o in maggioranza. Adesso ci proponete di essere collaborativi? Lo saremo, perchè lo studio della fattibilità economico finanziaria di un alternativa era anche nei nostri programmi, ma pensare di irrigidire i processi con delle date è un errore”.

Ha ribattuto Manfredini: “Al tavolo rifiuti varato da Bordi nella scorsa amministrazione, gli emendamenti del Pd avevano sempre sostenuto la tempistica dei tre anni. Nessuno ha cambiato opinione, noi non rimandiamo le scelte alle calende greche, tant’è che abbiamo chiesto, ed ora è al vaglio della Regione, che il gruppo di lavoro termini il lavoro entro sei mesi, non come ha ipotizzato la Regione di recente, entro dicembre 2015. E non accetto lezioni da parte di chi non ha esteso il porta a porta a tutta la città. Quello dei tre anni è il lasso di tempo in  cui vanno studiati e realizzati progetti concreti alternativi all’incenerimento. Noi siamo dentro ad un processo, dare degli input certi al gestore era un passo indispensabile e prima non era stato fatto.  Vedo che con Aem Gestioni c’è una buona collaborazione, anche su altri temi, come  ad esempio la raccolta differenziata dei cartoni in centro storico, che finalmente verrà attuata ad un orario più consono per il decoro della città e non più alle 10,30 del mattino come sempre avvenuto”.

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