Centropadane: querelle col ministero per il riconoscimento dell'indennizzo
Si torna a parlare dell’autostrada Piacenza-Cremona-Brescia che, dopo la causa di 244 milioni vinta da Autostrade Centropadane contro il dicastero delle Infrastrutture, ora si trova nel mezzo di un ricorso del ministero contro il pagamento dell’indennizzo e la richiesta di revoca del provvedimento giudiziario. Il prossimo 3 febbraio scadranno i 120 giorni per rendere esecutiva l’ordinanza di ingiunzione emessa dal tribunale di Roma.
Insomma, una società con soci pubblici in lite giudiziaria con un altro soggetto pubblico, appunto il ministero, per la concessione della arteria autostradale scaduta ormai da tre anni. E’ un paradosso di come lo Stato sia in grado di farsi del male da solo. Peraltro una somma che da 244 milioni potrebbe lievitare a oltre 300 se si considerassero eventualmente anche interessi, Iva e danni.
Una prospettiva che ha allarmato e dunque attivato il ministero, al fine di chiedere la revoca dell’ingiunzione e rovesciare l’incombenza dell’indennizzo sul prossimo concessionario. (Ricordiamo che la società Centropadane è partecipata all’11% circa dalla Provincia e dalla Camera di commercio di Piacenza, al 25% circa da Comune, Provincia ed ente camerale cremonesi e al 42,40% dagli omologhi soggetti bresciani). Se entro la suddetta scadenza il ministero non avrà pagato, i legali di Centropadane saranno pronti a chiedere il pignoramento dei conti correnti ministeriali. Il che sarebbe ossigeno puro per una compagnia che deve recuperare quanto investito e ripagare i creditori (i più esposti: Unicredit e Cassa Depositi e Prestiti, per un finanziamento a breve termine; Cariparma, per uno a lungo termine, che si aggira sui 135 milioni).
Con l’ingiunzione in tasca, il presidente della spa Daniele Molgora, ex sottosegretario all’Economia, e il direttore generale Alessandro Triboldi sono riusciti a spuntare una proroga sino al 30 giugno 2015.
Quanto alla gara per l’assegnazione della concessione, una accelerazione c’è stata con lo Sblocca Italia: il 10 novembre, infatti, sono partite le lettere di invito ai vecchi soggetti cosiddetti ‘prequalificati’: Autostrade per l’Italia, i gruppi Gavio e Toto, e la società spagnola Sis. E’ comunque difficile che la proceduta di aggiudicazione definitiva della concessione possa concludersi entro la fatidica data del 3 febbraio. Al momento la vicenda non si sa come finirà, certo è che il pignoramento dei conti del ministero non è una ipotesi così remota.
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