Cronaca

Pendolari, settimana da incubo Casoni: 'Non abbiamo più interlocutori'

Se il maltempo e l’emergenza piena sono ormai passati, non si può dire lo stesso per i disagi dei pendolari, che da lunedì stanno vivendo una situazione da incubo. E se all’inizio della settimana i ben 14 convogli soppressi in una sola giornata potevano essere attribuiti ai disastri provocati dal maltempo, ora è più difficile attribuire alle condizioni meteorologiche un disservizio che continua senza sosta, come testimoniano i cinque treni soppressi nella giornata di mercoledì.

La linea Cremona-Brescia, in particolare, sta vivendo una situazione particolarmente problematica, tanto che in questi giorni diversi treni sono stati sostituiti da autobus. Già due per la giornata di mercoledì: non sono partiti il Brescia-Cremona delle 6.39 e il Cremona-Brescia delle 7.23.

Ancora problemi anche sulla solita bistrattata Milano-Cremona-Mantova, dove molti sono già i ritardi accumulatisi nel corso della mattinata, oltre alla soppressione del convoglio per Codogno, delle 8.21, nonché quelli pomeridiani delle 14.21 e delle 16.10.

“La situazione in questi giorni è pesantissima – conferma Matteo Casoni, portavoce del Comitato InOrario -. Stiamo viaggiando su ritardi medi di mezz’ora, se non di più, e la scusa di dare la colpa all’emergenza fiume non regge, in quanto su questa tratta non vi sono stati problemi in merito”. Come se non bastasse, ora per i pendolari è venuto a mancare qualsiasi interlocutore: “Da quando, tra agosto e settembre, sono cambiati i vertici di Trenord, nessuno ci ha mai contattato per parlare della situazione. E’ mancata anche la riunione di quadrante che normalmente veniva indetta in questo periodo in vista di eventuali modifiche invernali dell’orario di circolazione dei treni” spiega ancora Casoni. “E’ venuto ormai meno qualsiasi momento di confronto con Trenord e siamo stufi dei proclami vuoti, che non hanno sortito alcun risultato”.

Tra i pendolari rimasti fermi ad aspettare ore in stazione a causa dei treni soppressi c’era anche il consigliere comunale Luca Burgazzi, membro della segreteria regionale del Pd, che avrebbe dovuto prendere il Codogno-Cremona delle 16.10, come molti altri cremonesi, di ritorno da una giornata di studio o lavoro a Milano. “Ancora una volta cancellazioni di treni e ritardi – afferma -. Maroni e Regione Lombardia sembrano dimenticare questa parte di territorio regionale che subisce constantemente disagi. Assurdo impiegare due ore e mezza per andare da Milano a Cremona”.

Rabbia e disappunto intanto serpeggiano tra i viaggiatori, che sui social network si scatenano con commenti velenosi: “Cambiamo direttamente orario al 2648 tanto parte di routine ben oltre le 7. Siete sempre più vergognosi” scrive una pendolare. “Colpa del 2646 in ritardo? E comunque anche Codogno non arriva mai in orario! E’ sempre intorno alle 7.30 mentre da tabellone è previsto 7.20!” risponde un altro.

E addirittura c’è chi esprime la preoccupazione di non riuscire a tornare a casa, dovendo prendere l’ultimo treno della sera, che da Milano torna a Cremona: “Se lo sopprimono poi non so più come tornare” scrive una pendolare.

Laura Bosio

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