La tragedia della natura, la commedia della politica
Queste ultime alluvioni e questa Italia che frana impongono alcune serie riflessioni, oltre le polemiche Renzi –Regioni (Pittibimbo: “Vent’anni di politiche sbagliate” – Burlando: “Ma i condoni li fa Roma”).
A differenza di altre vicende italiane – gli attentati terroristici, le varie stragi , la P2, le collusioni mafiose degli uomini politici, la corruzione all’Expo 2015 – le alluvioni sono una storia senza segreti. Ne conosciamo le cause, i protagonisti, i colpevoli. Sappiamo che il territorio italiano pone maggiori problemi, per ragioni idriche e orografiche,di qualsiasi altro territorio europeo. Siamo il Paese con più catastrofi in Europa,oltre 2mila morti negli ultimi 50 anni. Quattro comuni su cinque sono a rischio.
Abbiamo lunghi periodi di siccità seguite da piogge intense ed impetuose.Oggi le chiamiamo “bombe d’acqua”. Abbiamo migliaia di ruscelli che precipitano a valle dai fianchi delle Alpi e degli Appennini.Abbiamo fiumi addormentati e semivuoti che si gonfiano improvvisamente nel giro di poche ore,scavalcano gli argini,travolgono ponti,sommergono le città.
In questo “giardino d’Europa troppo caldo o troppo freddo” (Sergio Romano),troppo secco o troppo umido,è scoppiato nel corso degli ultimi 60 anni una rivoluzione economica e sociale. Siamo cresciuti (siamo 60 milioni contro i 47 del 1951),abbiamo quadruplicato il reddito nazionale,abbiamo costruito una delle maggiori reti autostradali d’Europa,abbiamo abbandonato le case di campagna in cui abitavano i nostri genitori per andare in città,abbiamo allargato l’orizzonte delle nostre ambizioni e dei nostri desideri,abbiamo costruito o comprato appartamenti,case,ville, chalet,baite. In condizioni certo non facili,ostacolati da una burocrazia lenta e opprimente,spesso costituita (alludo in particolare alla burocrazia regionale) con le vivandiere e i portaborse dei partiti politici.
Siamo più ricchi (ancorchè fermi dal 1997) ma abbiamo un Paese fragile,sovraffollato,bucherellato da case abusive,amministrato da burocrazie che si palleggiano le responsabilità e si accusano a vicenda di non aver fatto il necessario per prevenire i disastri o mitigarne gli effetti. Avremmo potuto correggere i nostri errori con alcuni grandi opere pubbliche ed una buona “manutenzione del territorio”.Occorreva dragare i fiumi,risanare gli argini,piantare boschi,costruire laghi artificiali e scolmatori in cui riversare le acque dei fiumi nella stagione delle grandi piogge. Non lo abbiamo fatto.
La calamità naturale in Italia non è né una distrazione dell’Onnipotente né il sorteggio del numero “cattivo” nella lotteria delle probabilità. Epperò tutti in queste ore – partiti,giornali,televisioni,ministri,cittadini – fingono di sorprendersi e di indignarsi. E’ una “piena” di retorica fastidiosa e inconcludente.Se la “musica” parolaia non smetterà, sapremo che l’Italia – imperturbabile – si sta preparando al prossimo disastro.
Enrico Pirondini