Alluvione e piena, chiesti stato di emergenza e di calamità per il territorio
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Richiesto al Governo lo stato di emergenza sulla popolazione (soccorso, somma urgenza e anticipazione) e alla Regione Lombardia lo stato di calamità per le attività produttive, in particolare quelle agricole. Lo hanno detto i rappresentanti dei territori colpiti dall’alluvione e dalla piena del Po, al termine della riunione svoltasi in Prefettura a Milano. Alla riunione erano presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, il capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, i rappresentanti delle Prefetture, tra cui il Prefetto di Cremona, Paola Picciafuochi, delle Autorità Locali e delle Province Lombarde.
Per la Provincia di Cremona hanno partecipato il consigliere provinciale Gianni Rossoni e il dirigente dell’amministrazione provinciale, Maurizio Rossi, per analizzare la situazione relativa alle alluvioni e ai danni riportati dalle comunità locali. A questo proposito è stato richiesto un provvedimento di emergenza. I partecipanti cremonesi hanno comunicato i gravi disagi dell’area sud est Cremonese, con emanazione decreti di evacuazione per circa 150 persone, oltre a numerosi capi di allevamento. A seconda dell’evoluzioni climatica tali provvedimenti, potrebbero interessare circa 500 persone e 11.000 capi di vestiame che riguardano in particolar modo 3 comuni: Pieve d’Olmi, Stagno Lombardo e S. Daniele Po. Interessati anche il Comune di Casalmaggiore ed altri nove Comuni del Casalasco.
In base a tali dati, su impulso dato anche dallo stesso Presidente Vezzini, è stata inoltrata alla Regione e al Governo la richiesta di dichiarare lo stato di calamità naturale.
Intanto la piena a Cremona ha raggiunto i 4,35 metri sopra lo zero idrometrico. Secondo il Comune entro sera (il colmo dovrebbe arrivare entro le 22) potrebbe raggiungere i 4,50, un livello inferiore rispetto a quello che si era preventivato. A questo proposito stato attivato il Piano Provinciale di emergenza di rischio idraulico ed, in particolar modo, il piano Provincia/Aipo per la vigilanza degli interventi idraulici.
Attualmente sono in corso monitoraggi alle chiaviche, in particolare prosegue il presidio sulla chiavica Riglio, con interventi di insacchettamento nei comuni di Gerre, San Daniele e Stagno Lombardo. La frazione di Sommo Con Porto è già stata evacuata (con lo sgombero di 170 famiglie). Inoltre è stata emessa ordinanza di evacuazione nei comuni di Stagno Lombardo (5 famiglie), Martignana di Po (1 famiglia), Casalmaggiore (5 famiglie) e Spinadesco (1 famiglia).
“La Sala Operativa della Provincia di Cremona, allestita presso gli uffici dell’Ente al Porto Canale di Cremona, è aperta in maniera costante giorno e notte, coordinandosi con tutte le altre strutture operative del territorio al fine di garantire un’azione coordinata e congiunta lungo tutte le aree critiche presso le aste fluviali interessate dall’alluvione” fanno sapere dall’ente di Area Vasta.
Al lavoro su tutto il territorio un centinaio di volontari della Protezione Civile coordinati dalla Provincia di Cremona, con strumenti e mezzi della Colonna mobile provinciale. Mobilitata anche la Polizia Locale Provinciale, che sarà presente anche in servizio notturno.
Il presidente della Provincia Carlo Vezzini, dopo aver preso parte alla riunione in prefettura, nel tardo pomeriggio effettuerà di persona un sopralluogo nelle zone più critiche lungo il corso del fiume Po e nelle aree golenali, da Gerre fino a Stagno Lombardo/San Daniele (ove era presente, oltre alla Protezione Civile, l’Esercito) e verso il territorio casalasco.
Secondo gli esperti, il colmo di piena raggiungerà valori di poco superiori a quelli delle piene del 2002 e 2009, ma comunque inferiori a quelli raggiunti negli eventi del 1994 e 2000.
In particolare la nostra zona, da Piacenza in giù, si parla di elevata criticità, con una tendenza per ora stazionaria, mentre andando in direzione Casalmaggiore la tendenza è ancora al peggioramento. La Regione Lombardia raccomanda, per i territori a valle di Piacenza, dove i livelli hanno raggiunto l’elevata criticità, “in considerazione della prolungata permanenza di livelli elevati, sarà importante, anche per i comprensori golenali ‘non a rischio sormonto’, assicurare un’attenta attività di monitoraggio delle arginature al fine di prevenire/intervenire prontamente su eventuali fenomeni di filtrazione/sifonamento. In particolare si invitano le Autorità locali di protezione civile a verificare insediamenti ed attività produttive e ricreative (cascine agricole, ristoranti, maneggi, agriturismi, strutture ricreative e sportive) che possono risiedere anche in golene chiuse che non sono state oggetto di consolidamento/sovralzo dopo la piena del 2000 in quanto non sono da escludere fenomeni di sifonamento o sormonto. Le amministrazioni comunali, che garantiscono la migliore conoscenza dei residenti e delle attività presenti in tali aree, potranno assicurarsi che, nei casi più a rischio (in presenza di franco di sicurezza inferiore al metro) le attività vengano sospese e le persone non permangano nelle golene in corrispondenza della massima piena. Non è da escludere che fabbricati disabitati in golena siano stati abusivamente occupati e pertanto è opportuno verificare che ciò non sia avvenuto. Si ricorda altresì di assicurare la massima attenzione alla presenza di capi di bestiame negli allevamenti nelle golene”.
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