Un deposito di droga nascosto in soffitta 50enne patteggia 4 anni
Ha patteggiato quattro anni di reclusione davanti al gup Letizia Platè, Aurelio Nicolini, il 50enne di Annicco arrestato lo scorso mese di agosto dalla polizia nel corso di un importante blitz antidroga al quale aveva preso parte anche un’unità cinofila da Milano. Nella casa dove l’imputato viveva con la madre era stata trovata sostanza stupefacente per un peso complessivo di circa 12 chili e per un valore al dettaglio stimato dagli investigatori in circa 180mila euro. La droga era stata trovata nascosta in un sedile per auto abbandonato in un magazzino, in un mobile della cucina e in soffitta, precisamente sotto alcune tegole. In una cassetta di legno c’erano due grossi involucri in cellophane contenenti cocaina per un peso complessivo di oltre due chili. Sempre nello stesso luogo era stata rinvenuta una grossa borsa in plastica colorata al cui interno erano nascosti 19 pacchetti, di 500 grammi ciascuno, avvolti in cellophane e racchiusi con nastro adesivo, contenenti a loro volta cinque tavolette di hascisc, per un peso complessivo di oltre 9 chili. Inoltre nella stessa borsa erano state sequestrate due tavolette della stessa sostanza, del peso di 185 grammi. In un capannone adibito a magazzino, inoltre, occultati all’interno di un sedile per autovettura abbandonato, erano stati trovati tre involucri avvolti in un nastro adesivo, al cui interno c’era cocaina per un peso di 290 grammi. In un mobile della cucina, invece, un borsello in pelle contenente due pezzetti di hascisc per un peso complessivo di 18 grammi. L’uomo, incensurato, doveva rispondere di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
Ad insospettire la polizia, anche il tenore di vita del 50enne, non eccessivo ma giudicato incompatibile con la mancanza di un lavoro. Secondo gli investigatori, la droga non era destinata solo alla provincia cremonese, ma anche a territori limitrofi. Dalle dichiarazioni rese davanti al gip Guido Salvini, Nicolini avrebbe custodito gli stupefacenti per conto di spacciatori da cui avrebbe acquistato droga per consumo personale senza poi essere in grado di pagarla, in quanto disoccupato. Avrebbe dunque accettato di custodire gli stupefacenti per ripagare quel debito di 6mila euro.
Sara Pizzorni
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