Cronaca

Per la Cassazione Tommy è adottabile: ricorso alla Corte europea

“Una sentenza che farà storia. Ma anche la guerra”. Lo dice l’avvocata Cecilia Rizzica, legale della famiglia cremasca finita in un incubo, dopo aver coronato, a caro prezzo, il segno di avere un figlio. Che, dopo un solo anno, si è trasformato in un incubo e in un inferno nel quale sono sprofondati. E ancora ci sono.

Avvocata, come mai questa sentenza che afferma che Tommy (nome di fantasia), il figlio ucraino della coppia cremasca, è stato dichiarato figlio di nessuno e, quindi, adottabile?

“La corte di Cassazione, con la sentenza di martedì, ha voluto fare la storia. Ha affermato il principio che non è possibile in Italia e agli italiani servirsi di madri surrogate all’esterno per avere figli. Questo è un principio importantissimo che manda in delirio un sacco di famiglie italiane che hanno un figlio da madre surrogata e che stanno apprendendo che il loro bambino è adottabile. Quante sono? Almeno cento all’anno”.

E adesso cosa si fa?

“Subito appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma la frittata è fatta”.

La coppia di cremaschi, quando ha visto che gli toglievano Tommy (novembre 2012), perché non ha fatto domanda di adozione?

“Pochi sanno che la coppia ha fatto varie domande di adozione. Prima di rivolgersi alla madre surrogata, la coppia ha tentato l’inseminazione artificiale, perché l’uomo è fertile, mentre la donna no. Purtroppo queste inseminazioni sono andate male e in più hanno provocato nella donna la necessità di sottoporsi a un’isterectomia. Prima di questo la coppia ha chiesto più volte di adottare un bambino, ma chi doveva decidere, tra le cause che hanno fatto pendere la bilancia dalla parte della non adozione, ha messo anche il fatto che la coppia cercava figli con l’inseminazione artificiale. Inoltre, quando Tommy è stato tolto, i due cremaschi hanno chiesto l’adozione speciale. Si tratta di una formula che dovrebbe essere celere e si basa sul fatto che il bambino portato via ha sempre vissuto con la coppia d’origine. Ma incredibilmente il tribunale di Brescia ha fissato l’udienza dieci mesi dopo la domanda, quando cioè il piccolo avrebbe trascorso più tempo con i nuovi ‘genitori’ che con quelli iniziali”.

Quali altre conseguenze avrà questa sentenza?

“La giustizia si spaccherà. Tenga presente che il sostituto procuratore generale (il pm dei processi in Cassazione, ndr) Francesca Ceroni ha parlato per 40 minuti contro la sentenza della corte d’Appello di Brescia che levava il figlio ai cremaschi. Solitamente il pm parla meno di un minuto nelle udienze di Cassazione. Questo a significare come la pensava, pur non avendo avuto soddisfazione dai giudici. Adesso assisteremo a due correnti di pensiero. Giudici progressisti non terranno conto di questa sentenza e daranno il via libera a queste famiglie con bambini nati da mamme surrogate; altri giudici, appartenenti a generazioni più anziane, invece, la applicheranno. In definitiva, ci sarà grande confusione. Sulla pelle di bambini, mamme, papà, sentimenti”.

Pier Giorgio Ruggeri

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