Cronaca

Addio al negozio Nespoli di viale Po Pioniere nell'impiantistica audio e tv

Ha chiuso un altro negozio storico, uno degli ultimi negozi di famiglia rimasti in città, specializzati nella vendita di tv, hi-fi, elettrodomestici e con una lunga esperienza in impiantistica. Dal 31 ottobre si è spenta l’insegna di Nespoli, all’inizio di viale Po, dove l’attività si era trasferita nel 1970, per iniziativa del padre dell’attuale titolare Lorenza Milanesi. “A iniziare l’attività però era stato mio nonno materno – ci spiega – Enzo Nespoli,  nel 1941. Aveva il suo laboratorio in via Ruggero Manna, dove assemblava e vendeva i primi apparecchi radio e tv. Morì abbastanza giovane e nell’attività subentrò mio padre, che era principalmente tecnico riparatore. Il negozio poi si spostò in corso Vittorio Emanuele II, di fronte al Ponchielli: vendita sul fronte strada e laboratorio all’interno. E’ qui che ho passato i miei  anni di bambina, vivendo in mezzo ad apparecchi elettronici”.

Tra i clienti di quegli anni, anche l’amministrazione provinciale, con l’allestimento audio della sala del Consiglio. Poi, il salto di qualità con il trasferimento all’inizio del viale e un graduale cambiamento nel tipo di attività: dalla realizzazione di impianti audio e video (anche legati alla sicurezza) e di ricezione tv, alla vendita e assistenza di elettrodomestici. Nel 2000 viene a mancare il papà di Lorenza, contitolare con la sorella Roberta ormai trasferitasi fuori Cremona, e viene presa la decisione di continuare da sola l’attività di famiglia. “Una scelta che non è stata facile – racconta – per il grosso impegno che implica e anche perchè l’ambiente dell’elettronica è nettamente maschile e le donne, oltre ad essere poche, sono guardate con un certo sospetto”.

La scelta di ‘mollare’ è arrivata mettendo insieme sia le oggettive difficoltà a condurre l’attività da sola,  senza famigliari coadiuvanti  (anche se con l’aiuto di dipendenti), sia per il mercato di questo particolare settore, stravolto dalle grandi catene dei centri commerciali. “Il servizio che un piccolo negozio può dare alla clientela, è un valore aggiunto che purtroppo non basta più”, spiega. “Da noi il cliente si aspetta servizi che quando entra in un centro commerciale non pensa nemmeno di chiedere. Anche se i prezzi sono simili a quelli dei centri commerciali, visto che ormai anche i piccoli fanno parte di gruppi di acquisto”.

Una buona notizia è che le vetrine di viale Po non resteranno spente a lungo. Dovrebbe infatti aprire una nuova attività, anche se di tutt’altro genere.

Giuliana Biagi

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