Cronaca

Spese pazze, i provoloni di Rossoni I falsi chilometri del leghista Boni

Maxi processo in arrivo per il presunto scandalo delle “spese pazze” della Regione Lombardia, che vede coinvolto anche il cremonese Gianni Rossoni, ex assessore lombardo Pdl, che avrebbe speso 3.405 euro per 90 provole Auricchio il 18 dicembre 2008 e altri 4.273 euro di latticini due anni dopo, registrati sotto le voci di “omaggio della vicepresidenza” e “regali istituzionali”.

O anche l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni che avrebbe messo nelle spese rimborsi chilometrici in realtà non necessari, come si legge nelle carte della Procura: “sebbene dal 2003 avesse trasferito la sua dimora abituale e il suo domicilio a Milano”, avrebbe fatto credere alla Regione di vivere ancora a Sabbioneta (Mantova) “e da quel comune di raggiungere abitualmente il consiglio”.

Per tanto, secondo la Procura, si sarebbe fatto liquidare a titolo di “spese trasporto” fra il 2003 e il 2011 oltre 32mila 300 euro. E ancora “dichiarando in data 2/11/2010, contrariamente al vero, di aver fatto rinuncia al servizio di autista fornito da Regione Lombardia, si faceva liquidare, in virtù di una delibera di presidenza emanata dallo stesso Boni, 6mila 484 euro per il 2010 e il 2011”.

Sono solo alcune delle spese contestate dalla Procura di Milano nella chiusura dell’inchiesta sui rimborsi illeciti al Pirellone. La richiesta di processo è per ben 65 persone, tra ex assessori, ex consiglieri e attuali consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, oltre che un collaboratore. Per 63 l’accusa è peculato e per due truffa aggravata. Totale: 3,4 milioni di euro tra il 2008 e il 2012.

Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e i pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio hanno firmato nelle scorse ore l’avviso di conclusione indagini e chiesto  l’archiviazione per 20 ex assessori: nonostante alcune delle loro spese di rappresentanza siano “connotate da circostanze anomale, singolari” e siano “caratterizzate da inopportunità, sproporzione o incongruenza contabile” sono state ritenute “coerenti” con le disposizioni di legge. Alcuni degli ex assessori rimangono però indagati per i rimborsi percepiti indebitamente quando erano consiglieri.

Tra le persone che rischiano il processo ci sono anche Renzo Bossi e Nicole Minetti, oltre a Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale, Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli, per citarne alcuni dell’allora maggioranza. Per quella che era l’opposizione (le accuse riguardano il periodo che va dal 2008 al 2012), invece, ci sono, tra gli altri, Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico ed Elisabetta Fatuzzo.

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