Morte di Riccardo Sapienza, la procura chiude le indagini
La procura di Cremona, nella persona del sostituto procuratore Fabio Saponara, ha chiuso le indagini sulla morte di Riccardo Sapienza, il 20enne cremonese deceduto il 23 luglio dello scorso anno per arresto cardiaco nella sala operatoria dell’ospedale di Cremona poco prima di essere sottoposto ad un’operazione chirurgica. Ora per l’unico indagato, Valerio Schinetti, anestesista all’ospedale di Manerbio, potrebbe profilarsi la richiesta di rinvio a giudizio, un atto che presuppone l’esistenza di elementi per sostenere un’accusa in giudizio nei confronti dello stesso indagato, assistito dall’avvocato Stefano Forzani, del foro di Brescia. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo per aver agito con negligenza ed imperizia. “Stiamo aspettando di fare le nostre valutazioni e stiamo studiando gli atti”, ha commentato l’avvocato Forzani.
La famiglia di Riccardo, invece, è seguita dall’avvocato Gabriele Fornasari, che così ha commentato l’atto di chiusura indagini. “La tutela dei diritti delle vittime in ambito sanitario è un tema delicato e complesso perché a supporto tecnico deve accompagnarsi la capacità di accogliere le necessità di una famiglia così provata. La risposta tempestiva della magistratura inquirente incontra i bisogni della famiglia Sapienza ancora soggiogata dal dolore per la perdita di Riccardo”.
Il giovane abitava al Cambonino con famiglia: mamma Annalisa, papà Salvatore, la sorella maggiore e il fratello più piccolo. Il 20enne, giocatore di calcio di buon livello: giocava nella squadra del Torrazzo, avrebbe dovuto essere sottoposto ad un intervento pneumotorace spontaneo, considerato non particolarmente rischioso, resosi necessario per una recidiva. In quei giorni c’era una collaborazione tra l’ospedale di Manerbio e quello Cremona dove arrivavano anestesisti dal nosocomio bresciano. Prima ancora che iniziasse l’intervento, però, Riccardo aveva avuto un arresto cardiaco. L’èquipe medica, accertata la gravità della situazione, aveva effettuato tutte le pratiche rianimatorie, ma senza esito. Poco dopo il giovane era morto.
“Gli hanno fatto l’anestesia”, aveva raccontato a luglio la mamma, “sono usciti in attesa che facesse effetto e nel frattempo c’è stato l’arresto cardiaco”. Il 24 luglio scorso, in merito al decesso di Riccardo, L’Azienda ospedaliera aveva diramato una nota ufficiale, parlando di un “evento imprevedibile”. Una volta ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, l’indagato avrà facoltà, entro il termine di venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, e chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio. Dopodiché per l’anestesista bresciano potrebbe profilarsi la richiesta di rinvio a giudizio.
Sara Pizzorni
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