Cronaca

Due anni dalla morte di Giovanni Sali Ancora un giallo: 'Non dimentichiamo' Il procuratore: 'Vogliamo chiudere le indagini entro dicembre'

A due anni di distanza resta un giallo la morte del carabiniere cremonese Giovanni Sali, freddato da colpi di pistola mentre era in servizio a Lodi. L’inchiesta è ancora aperta ma l’attesa svolta non è mai arrivata. Grande è la frustrazione di familiari e amici del militare di quartiere. “Stiamo lavorando in tutte le direzioni. Vogliamo chiudere le indagini entro l’anno”, assicura il procuratore lodigiano Vincenzo Russo, come riporta il quotidiano Il Cittadino.

Erano circa le 18 di sabato 3 novembre 2012 quando le sirene hanno cominciato a risuonare nella zona di via del Tempio. Due ferite da arma da fuoco sul torace di Sali. Un terzo proiettile in un box a circa 50 metri di distanza. Gli accertamenti sono sempre stati condotti con riserbo e continuano così ancora oggi.

I colpi sarebbero stati sparati con la pistola d’ordinanza del carabiniere secondo quanto filtrato fin qui dalle indagini. Arma trovata fuori dalla fondina ma legata con il cordino al cinturone, forse afferrata e utilizzata dall’aggressore, o dagli aggressori, per uccidere il carabiniere. Un agguato? Un controllo degenerato? Nel corso di questi due anni si è parlato anche di un’ipotesi suicidio, però poco accreditata  e difficilmente compatibile con la scena trovata in via del Tempio quel 3 novembre. L’ipotesi del gesto estremo, per di più, è respinta con forza da chi conosceva Giovanni e lo ha sempre descritto come una persona solare. Secondo testimonianze il militare sarebbe apparso di buon umore anche il giorno della morte.

Più volte alcuni familiari del militare cremonese hanno espresso pubblicamente la speranza di conoscere presto la verità. Dolore per quanto accaduto due anni fa e disappunto per la mancanza di chiarezza, inoltre, vengono manifestati, soprattutto da amici e conscenti,  su una pagina pubblica creata su Facebook in memoria di Giovanni Sali, il “gigante buono”. “Sono stata in un esercizio pubblico e appena entrata ho visto la tua foto. Nessuno mai ti dimenticherà”, si legge in un intervento. “Un altro mese in silenzio! Ciao Gio…”, è il contenuto di un altro messaggio. “Ciao gigante buono, sei sempre nel mio cuore, non ti dimenticherò mai”, è il saluto di qualcun altro.

Michele Ferro
redazione@cremonaoggi.it

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