Smart city, Cremona in 29esima posizione Ma eccelle tra le città medio-piccole
A sinistra, il car-sharing elettrico e-vai, uno dei fattori ‘smartness’ presi in esame da ICity Rate
Cremona è in 29esima posizione, con 466 punti, nella classifica nazionale dei capoluoghi più ‘smart’ d’Italia, ma tra le città medio – piccole (tra i 50mila e i 100mila abitanti) occupa un posto di tutto rispetto: quinta a livello nazionale, dopo Pisa, Udine, Siena, e Varese. I dati che misurano l’efficienza tecnologica delle città sotto vari aspetti – dall’economia all’ambiente; dalla mobilità ai rapporti tra cittadini e pubbliche amministrazioni – sono stati diffusi durante Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti che si sta svolgendo a Bologna. Il Rapporto ICity Rate 2014 stila la classifica delle città smart, analizzando 106 Comuni capoluogo sulla base di 72 indicatori statistici per descrivere la situazione in sei dimensioni: economia, vivibilità, ambiente, capitale umano, mobilità e governance secondo uno schema consolidato nelle analisi internazionali delle smart cities.
Nelle varie graduatorie tematiche, Cremona guadagna punteggi che sono sempre sopra la media nazionale: 418 punti per i parametri di tipo economico (la media italiana è 333); 505 per quelli relativi alla vivibilità (media 409); 522 per quanto riguarda l’ambiente (media 459); 333 per la mobilità (315 la media); 512 per il parametro ‘capitale umano (442 la media) e 543 per quanto riguarda la governance (media nazionale 497).
Linea Com è stata tra i protagonisti del dibattito bolognese, attraverso il cremonese Gerardo Paloschi, nella duplice veste di direttore generale dell’azienda ICT del gruppo LGH e di rappresentante di Federutility. Nell’ambito di questa importante manifestazione europea dedicata alle città e alle comunità intelligenti, Paloschi è stato tra gli animatori della tavola rotonda sull’ICity Rate 2014, il Rapporto annuale realizzato da Forum PA in collaborazione con Istat che stila la classifica della città capoluogo più ‘smart’ d’Italia, prendendo in esame 72 indicatori di sei diverse dimensioni: economia, ambiente, mobilità, governance, qualità della vita e capitale sociale.“ICity Rate è uno strumento prezioso a disposizione delle amministrazioni locali per prendere decisioni più ragionate”, ha affermato Gerardo Paloschi. “Le utilities detengono un patrimonio di informazioni che può sostenere questo sforzo per trasformare i nostri centri urbani in città intelligenti, grazie alla possibilità di integrare reti tradizionali e reti digitali”.
La Lombardia si conferma regione leader nello smart rating, con Milano in testa alla classifica assoluta ma con performance elevate di tutto il territorio. Di rilievo anche il risultato delle province del Sud della Regione, con Cremona, Lodi e Pavia che si collocano nelle posizioni nobili della classifica, in particolare nella categoria living, che prende in esame i valori riguardanti le infrastrutture e i servizi di connessione disponibili per cittadini e imprese, sharing economy e pervasività dell’utilizzo degli strumenti digitali nei rapporti con la pubblica amministrazione. In questo quadro spicca il dato di Cremona, in vetta alla classifica delle città medio piccole relativamente alla “smartness”, grazie a un balzo in classifica dal 45° posto del 2013 al 23° di quest’anno.
Il Sindaco Gianluca Galimberti così ha commentato questo importante risultato per lacittà: “E’ un percorso lungo iniziato da lontano e che ha determinato una condizione strutturale di rete informatica molto positiva in città. C’è ancora tanto da fare per sviluppare l’ICT a Cremona, a partire da una più forte ed efficace digitalizzazione della pubblica amministrazione”.“Siamo orgogliosi che i territori serviti da Linea Com raggiungano risultati lusinghieri in termini di innovazione, competitività e disponibilità di connessioni avanzate. L’esperienza nel sud dellaLombardia, con le sperimentazioni su banda ultra larga e Open Service, ci indica che ora il passo successivo è l’ ulteriore adozione da parte delle governance locali di quell’approccio all’ apertura tipico della Rete, così da sfruttare appieno le opportunità offerte dall’ICT. Per questo proporremo di inserire nel prossimo ICity Rate un indice di misurazione specifico”.