Riaprono gli spazi verdi degli ex monasteri Il Comune pensa a piano di rilancio
La parte dell’ex complesso del Corpus Domini attualmente aperta al pubblico, lato via Bissolati
Parco dei monasteri? Quella città nella città, quel posto segreto che in pochi conoscono, sarà parzialmente riaperto al pubblico. Porte aperte nelle aree di proprietà del Comune. Ad annunciarlo l’assessore all’area vasta del comune di Cremona Andrea Virgilio. “L’amministrazione – ha detto – ha senza dubbio intenzione di rilanciare una parte di città importante non solo per le sue radici, ma anche per le potenzialità di sviluppo e di futuro. E’ infatti un contesto strategico anche per la sua naturale funzione di raccordo fra il centro storico e aree verdi, penso per esempio al Parco del Morbasco”. L’idea e’ quella di aprire gli spazi verdi che fanno da corollario alle aree comunali dell’ex Cavallerizza e del Corpus Domini.
“Si potrebbe partire dalle aree aperte, rendendole fruibili e abituando la città a riprendere possesso di questi luoghi – ha spiegato Virgilio. Tra i programmi della giunta infatti c’è quello di ripensare a quegli spazi di proprieta’ del Comune, abbandonati da anni”. E il parco dei monasteri e’ una di quelle. 8 ettari in pieno centro con edifici di grandissimo pregio, alcuni dei quali costruiti 5 secoli fa, che versano oggi in uno stato di quasi totale abbandono. La parte, di proprieta’ del Comune, ceduta dal demanio durante la giunta Corada nel 2005, e’ quella dell’ex Cavallerizza, e del Corpus Domini. Fu l’architetto Massimo Terzi nel 1996 a rivalorizzare quest’area. Avrebbe dovuto diventare un progetto di punta per Cremona, una cittadella musicale, della cultura e suo fiore all’occhiello. Ma poi l’impossibilità a impegnarsi per una cifra che superava i 50 milioni di euro, affossarono il Parco. La loro riqualificazione sembra più una chimera, ma non tutto è perduto. “Purtroppo – ha chiosato Virgilio – non ci sono a disposizione le risorse di un tempo e diviene pertanto fondamentale intercettare corposi finanziamenti e bandi europei. Occorre infine una forte sinergia con tutti i soggetti coinvolti pubblici e privati. Destinare un comparto di città alla formazione, a un diversificato target di studenti, é senza dubbio una partita ambiziosa per una città non sempre attenta alle nuove generazioni”.
Silvia Galli
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