Morti sul lavoro: i sindacati 'Un fatto tra i più gravi mai accaduti'
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Foto Sessa
“Una terribile tragedia ha colpito ancora dei lavoratori”. E’ la nota inviata in redazione da Cgil Cisl Uil di Cremona e dalle le categorie del settore agroalimentare Fai Flai e Uila che hanno espresso il più profondo cordoglio per la tragedia accaduta presso lo stabilimento Ferraroni, sottolineando quanto il lavoro “continui a pagare un prezzo inaccettabile in termini di vite umane”. “Si tratta dell’ennesimo inaccettabile episodio che evidenzia quanto sia sempre prioritario investire in prevenzione e in sicurezza, materia che spesso, soprattutto in una fase di crisi , è oggetto di un contenimento dei costi che si ripercuote sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Pur lasciando agli organi preposti tutte le verifiche di merito e l’accertamento delle responsabilità sull’accaduto, riteniamo il fatto tra i più gravi mai accaduti sul lavoro nella storia della comunità cremonese. In questo momento il primo pensiero va ai famigliari delle vittime a cui va tutta la nostra vicinanza”.
Sul doppio mortale sul lavoro è intervenuto anche Mario Andrini, presidente provinciale dell’Anmil: “Dobbiamo superare la mentalità fatalista, perché dietro ad ogni morto sul lavoro c’è sempre una causa specifica, un errore evitabile, un controllo preventivo che doveva e poteva essere fatto, un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità o una sottovalutazione del pericolo”. “Le statistiche che indicano il calo del fenomeno delle morti bianche non ci rassicurano affatto – prosegue Andrini – perché vanno lette alla luce del calo dell’occupazione, dovuto alla crisi economica in corso, che produce una riduzione solo fittizia degli infortuni mortali”.
L’Anmil chiede al Ministro del Lavoro e a tutte le istituzioni competenti di incrementare le misure di prevenzione e proprio al Ministro Poletti, che ha presentato in Parlamento la scorsa settimana un emendamento sostitutivo dell’articolo 4 del Jobs Act, soggiunge “di non semplificare troppo, bensì di potenziare le procedure di ispezione e verifica sui luoghi di lavoro, le quali dipendono da organi dello Stato diversi tra loro, in particolare per il livello nazionale, regionale e locale, accelerandone in processo di unificazione del coordinamento operativo onde garantire aspetti tecnici separati, come quelli di carattere strutturale e ingegneristico, ben diversi da quelli medici e igienici a tutela della salute, di competenza delle autorità sanitarie regionali, in grado di verificare tempestivamente le condizioni di tossicità e di pericolo, come quelle che si sono tristemente verificate oggi”.
“Amarezza e delusione sono i sentimenti che ogni volta proviamo davanti a incidenti-fotocopia, frutto di mancanze sempre uguali, giustificate con troppa leggerezza e quasi fossero dovute a ineluttabilità – conclude Andrini – mentre la voce dei nostri oltre 400.000 associati di cui portiamo il vissuto nelle scuole e nei luoghi di lavoro, testimonia che il dolore per le conseguenze di queste stragi evitabili non può essere ripagato da alcun risarcimento perché ci sono sofferenze che non si vedono e problemi che in pochi conoscono da vicino anche per i familiari. Per questo chiediamo tempi brevi e indagini accurate che facciano comprendere cosa ha fallito e cosa non deve essere rifatto, ma che soprattutto restituiscano rispetto e dignità alle vittime del lavoro”.
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