Cronaca

Padiglione Israele per Expo, Beltrami: "Faremo una parete verde"

Foto Sessa

Un progetto decisamente originale quello del padiglione di Israele per Expo 2015: una parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni.
Un progetto che vede come protagonista la Paolo Beltrami Spa, che ha vinto il bando per la realizzazione del padiglione israelita. Il progetto è stato presentato martedì pomeriggio presso l’Ance di Cremona, alla presenza di una delegazione dello Stato di Israele guidata da Tamar Ziv, ministro consigliere per gli Affari Economici e Scientifici e da Elazar Cohen, commissario responsabile per Expo Milano di Israele. Presenti anche il consigliere regionale Malvezzi, il commissario della Provincia di Cremona Pinotti, del sindaco di Cremona Galimberti e del direttore della Camera di Commercio di Cremona, Maria Grazia Cappelli, nonché il presidente della Paolo Beltrami spa, Carlo Beltrami.

Tema della partecipazione “I campi di domani”: Israele punta l’agricoltura, nonostante, come ha detto il responsabile dei rapporti con l’estero “si tratt di un territoroi che era desertico, ma che grazie all’impegno e alla forza di volontà del suo popolo è diventato terreno fertile”. Una dedizione che in settanta anni lo ha portato a essere uno dei Paesi leader nel campo della scienza e nell’innovazione. Expo Milano 2015 è l’occasione per Israele di mettere a disposizione dei visitatori le competenze acquisite in questi anni, come un grande “granaio di conoscenze”. Un padiglione, quindi, che non abbia delle pretese architettoniche di spettacolarità, ma che rappresenti un muro verticale di cereali, in modo da evidenziare l’importanza di quanto ottenuto in Israele con la ricerca agricola. Una ricerca che oggi viene esportata in tutto il mondo.

All’interno del Padiglione di Israele, che si che si sviluppa su di un’area complessiva di 2369 metri quadri, grazie ai migliori strumenti e metodi di edutainment il visitatore verrà immerso in un’immediata e potente esperienza visiva che presenta un meraviglioso viaggio nell’ingegneria agricola con uno sguardo verso il domani dell’umanità. Il Padiglione si divide in quattro aree. L’elemento caratterizzante ideato dall’architetto David Knafo è appunto il giardino verticale.

Carlo Beltrami, nel ricordare che la Paolo Beltrami spa realizzerà anche il Padiglione Expo 2015 della Malesia, su progetto dei propri tecnici, ha rimarcato la volontà di aprire la propria strategia aziendale al mercato estero, con positive ricadute occupazionali in un momento di estrema crisi del settore edile. “E’ per noi grande soddisfazione poter realizzare quest’opera – ha detto -. Sono convinto che raggiungeremo gli obiettivi previsti. Il termine dei lavori, con la consegna del padiglione, è fissato per il 28 febbraio”.

Il commissario Cohen ha evidenziato che “per Isreaele sono molto importanti i rapporti con l’Italia. La scelta del tema di Expo, nutrire il pianeta, ci tocca in primo piano: noi ci occupiamo non tanto di produrre, ma di preservare le risorse naturali anche per le generazioni future, attraverso tecnologie che ci consentano di produrre quello di cui abbiamo bisogno utilizzando poche risorse”.

L’inaugurazione di questa collaborazione è un esempio della grande sinergia che c’è tra noi e il popolo italiano – ha detto il ministro Tamar Ziv -. Siamo molto orgogliosi di partecipare a Expo e di nostrare il risultato dei nostri 70 anni di ricerca scientifica in agricoltura”.

“C’è una cosa che accomuna Beltrami Spa e Israele: la volontà dell’uomo di essere protagonista pur nelle difficoltà – ha aggiunto il consigliere regionale Malvezzi -. Quelle di una crisi economica che tuttora imperversa, nel caso dell’azienda cremonese; quelle di un’esistenza messa a continuo repentaglio, nel caso dello Stato ebraico. In entrame le situazioni, ha vonto e vince l’intelligenza, la determinazione e l’apertura a nuovi orizzonti, ricette che hanno reso possibile la partnership tra Beltrami e Israele in occasione di Expo. Israele rappresenta, per l’Italia e la Lombardia, il punto a cui guardare con speranza per il diffondersi della democrazia nell’area del Medioriente”.

Malvezzi ha poi ricordato il ruolo di Cremona nell’economia lombarda definendola “la capitale dell’agroalimentare, grazie alla sua collocazione strategica e all’eccellenza della produzione agricola e zootecnica. Oggi si é concretizzato – ha concluso Malvezzi – ciò che speriamo accada anche in futuro: l’alleanza tra l’intelligenza del pensiero, che é tipica del popolo d’Israele, e l’intelligenza del fare, caratteristica delle aziende del nostro territorio”.

Grande soddisfazione anche da parte del sindaco Gianluca Galimberti: “Credo che questo rapporto di collaborazione sia fondamentale per Cremona, e punto di partenza perché nascano ulteriori rapporti di tipo commerciale e turistico tra Cremona e Istraele. L’agricoltura non è un tema di retroguardia, ma di ricerca scientifica, innovazione e tecnologia. Anche per questo il nostro progetto per Expo riguarda proprio l’alta formazione”.

A spiegare meglio il progetto cremonese è intervenuta Elisa Capelletti dell’Università Cattolica di Milano che ha presentato Cremona Executive Education Program (Ceep), un progetto innovativo di alta formazione sulla Food Safety, Food security e Food Sustainability curato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e sostenuto dall’Associazione temporanea di scopo (Ats), partecipata da tutte le associazioni di categoria e dagli enti cremonesi, costituitasi appositamente in vista di Expo. “Sono sei le aree che abbiamo individuato, ognuna delle quali vanterà diversi corsi di formazione in tematiche specifiche. Per ora sono 55 i corsi previsti, ma altri sono ancora in via di definizione. Lo scopo è formare professionisti dei vari settori con una formazione di altissima specializzazione, richiamando partecipanti da tutto il mondo”.

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