Lettere

Immigrazione, emergenza va gestita in modo diverso

da Stefano Foggetti

Gentile Direttore,

oramai ogni giornale, trasmissione, notizia del web ci ricorda quotidianamente l’emergenza immigrazione che stiamo vivendo. Emergenza a cui il governo sta rispondendo nel modo più “all’italiana” possibile. Sull’onda del momento ma senza vedere al di là del contingente.
L’operazione Mare Nostrum anziché risolvere il problema (arresto degli scafisti e del traffico umano) lo ha ulteriormente ingigantito. Ad oggi abbiamo abbondantemente superato i 100.000 sbarchi dall’inizio dell’anno, e la corsa non si arresta (senza dimenticare i clandestini che arrivano via terra poi).
Un’operazione da 9 milioni di euro al giorno, senza alcuna progettualità o idea di come gestirla. Ma solo con l’emergenza nell’emergenza. La chiamata alle Regioni, alle Prefetture sul numero di immigrati da spartirsi.

Il ministro Dell’Interno che oramai quasi ogni giorno dichiara che Mare Nostrum non vedrà il secondo anniversario se non interverrà l’Europa. Se l’impegno si vede da come è gestita Frontex, l’agenzia europea per il pattugliamento dei confini comunitari è meglio non contarci molto sull’Europa.
Ma vogliamo porci per un momento il dubbio dove tutto questo ci porterà se non si comincia ad avere una visione seria e lungimirante della situazione? Guardiamo un attimo oltreconfine e vediamo come i Paesi che hanno subito il problema migratorio qualche decennio prima di noi lo stanno gestendo.
Vediamo le rivolte nelle banlieu parigine o a Malmoe nella tollerante Svezia, dove in alcuni quartieri a maggioranza islamica è stata proposta l’adozione della sharia. O al
Londistan (aree di Londra a fortissima presenza islamica), o ancora a Bruxelles dove in alcune zone durante il Ramadam alla polizia(!) viene sconsigliato di farsi vedere mangiare durante il giorno, e così via…

E’ chiaro che il crollo della natalità europea e l’arrivo indiscriminato di genti di altra nazionalità con numeri sempre crescenti in archi temporali ristretti impedisce una corretta integrazione nel tessuto sociale esistente.
La profonda crisi economica del continente impone delle scelte oculate e lungimiranti su come e a chi indirizzare le poche risorse disponibili, non dimenticando chi da generazioni vive lavora e ha fatto crescere questo Paese. Premiando solo chi qui arriva e rispetta leggi e tradizioni e contribuisce allo sviluppo. E’ un’esigenza che tutti i cittadini italiani sentono e su cui chi ha responsabilità di governo si deve impegnare a fondo e seriamente per dare risposte. Cosa che purtroppo al momento non si vede.

Stefano Foggetti
portavoce provinciale Fratelli d’Italia – AN Cremona

 

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