Una comunità attonita ha dato l'ultimo saluto a Matteo e Greta
Foto: Sessa
Chiesa di san Pietro al Po gremita per l’estremo saluto a Matteo e Greta Facchinelli, i due fratellini (11 e 5 anni) morti nel tragico scontro sulla strada per Brescia mercoledì scorso. Il parroco don Stefano Moruzzi: “Vicenda surreale”. Una tragedia che ha toccato il cuore delle comunità di san Pietro al Po, di Castelverde (paese della madre, Laura Aletti) e di Bassano Bresciano, dove il papà Dorino Roberto, ancora in ospedale, è conosciutissimo. Moltissime le persone che si sono strette attorno alla famiglia, straziata da un dolore troppo grande.
La mesta cerimonia ha preso il via poco dopo le 10, quando le due auto che trasportavano i feretri si sono fermate appaiate sul sagrato della chiesa. All’interno quasi tutti i banchi tranne le prime file erano già occupati e si stava recitando il rosario. Quindi l’arrivo di mamma Laura, sorretta dai parenti più stretti e mai abbandonata dal padre, il nonno di di Matteo e Greta. Il canto d’inizio ha anticipato il tema dell’omelia tenuta dal parroco di San Pietro, don Stefano Moruzzi. “Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te, avevi scritto già di me”. Il parroco prende spunto dal Vangelo di Giovanni, “se tu fossi stato qui”, dice Marta rivolta a Gesù, “mio fratello non sarebbe morto”. E’ lo stesso grido soffocato provato da tutti quanti hanno conosciuto le due piccole vittime della tragedia. Ma subito dopo, per il cristiano, viene l’unica consolazione possibile: “Io sono la Resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà in eterno”, risponde Gesù.
“Vicenda surreale”, incomprensibile dalla ragione, ha detto don Stefano nell’omelia, “che va al di là della normalità dell’esistenza. Sorgono tante domande, insieme alla rabbia. Tra queste domande, cerchiamo di rispondere ad una: cosa resta di tutto questo dolore, se togliamo Dio? Resta la sfortuna, il fato, il destino, ma non vengono meno i dubbi e le angosce. Questi fatti che sfuggono alla comprensione dell’uomo, fatti che mettono una seria ipoteca sul futuro di molte persone, ci devono ricondurre ad agrapparci alle parole di Gesù. Matteo e Greta non scompaiono, sono più che mai presenti in Cristo e ci attendono. Potrà essere tra un giorno, un mese, o tra anni. Li riincontreremo e sarà gioia senza fine”.
Un ricordo commosso e parole di conforto alla mamma sono giunte anche da Mons. Attilio Arcagni, il precedente parroco di San Pietro che aveva battezzato i due bambini. Matteo, in particolare, che aveva appena fatto la cresima, era molto presente nella vita dell’oratorio. A ricordarlo, oltre ai cuginetti e agli zii, c’erano moltissimi giovani in chiesa: i suoi compagni della quinta A della scuola Capra Plasio, dove Matteo era uno dei migliori, aperto al mondo, curioso, affettuoso e appassionato; le insegnanti, in particolare Gigliola Generali e Silvia Mondani che lo hanno accompagnato e visto crescere in questi ultimi cinque anni. C’era un folto gruppo di ragazzi del Grest di Bassano con le loro magliette colorate e la squadra di nuoto della Baldesio, nella quale l’undicenne militava. C’erano le suore del Sacro Cuore di Gesù, dove la piccola Greta frequentava la scuola materna. In rappresentanza delle istituzioni, il vicesindaco Maura Ruggeri che ha portato il cordoglio della comunità cremonese “per una tragedia troppo grande per la famiglia, ma che colpisce tutti”; e il sindaco di Bassano, Gianpaolo Seniga.
GLI SVILUPPI SULLE DINAMICHE DELL’INCIDENTE – Intanto emergono altri particolari sulla dinamica dell’incidente tra la Golf su cui viaggiava il diciannovenne Bogdan Vasilache, che ha perso la vita nello scontro (i funerali saranno nel pomeriggio a Corte de Cortesi) e l’Audi condotta da Dorino Roberto Facchinelli. Quest’ultimo non avrebbe neppure fatto in tempo a premere il pedale del freno, trovandosi davanti all’improvviso la macchia scura dell’auto proveniente dalla corsia opposta. “Il contachilometri della Golf- racconta il sindaco di Bassano Bresciano, Gianpaolo Seniga – sarebbe rimasto bloccato sui 170 km/h”. A differenza di quanto era sembrato all’inizio, il territorio in cui è avvenuto l’incidente non è quello di Verolanuova ma di Bassano, dove si stanno svolgendo tutte le pratiche burocratiche del caso. Matteo sarebbe morto sul colpo per politrauma e una delle domande angoscianti che il padre si è posto in ospedale è se non sarebbe stato meglio che non avesse nemmeno allacciato le cinture i due piccoli. Ovviamente la risposta è negativa. Fra pochi giorni sarà dimesso da terapia intensiva e ricoverato in un reparto dell’ospedale di Manerbio.
g.b.
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