Sconcerto per la predica dell'Imam estremista Sotto controllo il centro islamico
Una veemente predica in moschea, in via Bibaculo il 26 novembre 2011, dell’Imam estremista Bilal Bosnic, wahabita bosniaco, ha riportato Cremona sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Bosnic ha cambiato il suo profilo di Facebook proprio in questi giorni, mettendo la bandiera nera del califfato e lanciando proclami per trovare adepti per le milizie di Abu Bakr al Baghdadi. Su Youtube è possibile seguire quel suo discorso cremonese di tre anni fa.
Molti hanno parlato di allarme a Cremona in Questura e in Tribunale, tornando così indietro con la memoria al 2002, quando qui venne scoperta la prima cellula islamica in Italia legata ad Al Qaeda con l’iman dell’epoca Mourad Trabelsi, tunisino condannato ed espluso e con il bibliotecario della moschea probabilmente morto in Iraq insieme ad altri terroristi. Documenti e testimonianze indicarono come il Duomo di Cremona e la metropolitana di Milano fossero nel mirino della cellula.
Da allora molto è cambiato. Abbandonata la moschea di via Massarotti, si è poi passati al Centro Islamico di via Bibaculo (zona stadio) e da qualche mese al centro “La Speranza” di via San Bernardo. La Digos tiene alta la guardia da sempre sui musulmani cremonesi. Controlli periodici anche sui frequentatori. Ma da quel 2002 la situazione in moschea non è più la stessa. Gli Imam non arrivano più con il sostegno dei Fratelli musulmani – ormai emarginati e combattuti anche nel loro Paese, cioè l’Egitto – ma direttamente dal Marocco, sulla base di una convenzione dello stato africano con il governo italiano. Gli imam sono indicati dal governo marocchino che ha tutto l’interesse ad avere predicatori moderati all’estero. La Questura ha sempre tenuto sotto osservazione il centro islamico. Giusto quindi che, come in tutta Europa, si vigili e si tenga alta la guardia ma a differenza di Brescia e Bergamo, non si ha ancora notizia di volontari partiti da Cremona.
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