Cronaca

Tensione in Terra Santa, saltato pellegrinaggio per 90 giovani cremonesi

Niente Terra Santa per i 90 giovani cremonesi che a lungo si erano preparati per il pellegrinaggio previsto dal 7 al 14 agosto. Lo ha annunciato il sito della Diocesi di Cremona nei giorni scorsi, spiegando che in ragione delle persistenti situazioni di criticità che coinvolgono la Terra Santa e che hanno causato centinaia di morti, l’Odl (Oratori della Lombardia) ha ritenuto di dover sospendere il primo dei pellegrinaggi regionali previsti per agosto. “Prendiamo atto della drammatica situazione e della difficoltà di molti di partecipare serenamente all’esperienza – si legge nella nota ufficiale -. Il rammarico è forte e il pensiero va non solo ai giovani che rinunciano ad una esperienza di fede e di condivisione significativa, ma soprattutto alle popolazioni coinvolte in un conflitto che tutti speriamo abbia presto termine, perché pace e dialogo si riaffaccino con convinzione nella terra di Gesù”.

Non esistendo uno “sconsiglio” ufficiale del Ministero degli Esteri che configuri un rimborso totale delle assicurazioni, secondo le vigenti condizioni di viaggio, il ritiro – sempre possibile – di gruppi o singoli farebbe scattare una penale del 50%, pertanto Odl ha convenuto di rilanciare il pellegrinaggio nell’estate 2015 trattenendo per ogni partecipante solo la caparra di 200 euro. Ovviamente la partecipazione sul prossimo anno sarà del tutto libera e il posto cedibile ad altre persone.
“Abbiamo atteso sino all’ultimo a prendere una decisione delicata e difficile sia in ordine alle comprensibili questioni amministrative, sia in ragione del grande dispiacere di non poter condividere con serenità un’esperienza da tempo preparata – spiega don Paolo Arienti, presidente F.O.Cr. -. Crediamo che nel disorientamento di queste ore sia nascosta una lezione importante che non dovremmo perdere e che il Vescovo Dante ha anticipato sabato 26 luglio alla veglia in S. Sigismondo: accanto ai problemi, reali o presunti, in cui spesso vediamo dibattersi la nostra vita, il mondo ci rilancia fatiche, sofferenze e miserie davvero grandissime”.

La Diocesi, in ogni caso, rilancia l’importanza dei viaggi in Terra Santa, esortando a non smettere di recarvisi. Lo evidenzia in una nota, che appare sul sito della Diocesi, di don Roberto Rota, responsabile del Segretariato diocesano pellegrinaggi. Tanto che dal 26 febbraio al 5 marzo 2015 la Chiesa cremonese, con il suo vescovo Dante Lafranconi, organizza un nuovo viaggio.

LA NOTA DI DON ROBERTO ROTA

La situazione del Medio Oriente è da sempre precaria: i paesi che lo compongono sono a prevalenza arabi ma con sostanziali e profonde differenziazioni sia religiose sia politiche: alcuni schierati con l’Occidente (come l’Arabia Saudita e la Giordania), altri contrapposti a motivi di intricate vicende storiche, economiche e sociali, che spesso sfociano in guerre sanguinose, come quella che si sta combattendo in Siria e di cui nessuno oggi parla più.
Israele è una voce a sè stante: nato dopo la seconda guerra mondiale con un enorme afflusso di popolazioni provenienti dall’Europa, con il favore delle potenze vincitrici, si è trovato da subito ad affrontare il rapporto con la popolazione araba locale (i palestinesi) che è sfociato in numerosi conflitti, di cui quello di questi giorni è l’ultimo di una lunga serie.
Durante questi anni nello Stato ebraico e nei territori dell’Autonomia Palestinese nati dopo gli accordi di Oslo per dare una patria alle popolazioni locali, i cristiani che da sempre sono una minoranza, stanno continuamente diminuendo.

Da qui l’impegno del pellegrinaggio in Terra Santa che necessita di forti motivazioni e che in questi anni travagliati non è mai venuto meno. Le organizzazioni italiane di pellegrinaggi, in stretto collegamento con la Chiesa locale (Patriarcato latino di Gerusalemme) e con la Custodia di Terra Santa (Francescani) ritengono che anche in questa situazione di crisi i pellegrinaggi possono continuare, come di fatto sono continuati, perchè:

1. il percorso tradizionale (Galilea e Giudea) non è interessato dalla guerra (distante tra i 400 e i 150 KM) che si sta combattendo a Gaza;

2. i luoghi santi della Galilea e di Gerusalemme non sono mai stati, nemmeno nei momenti passati più difficili, oggetto di attentati;

3. non c’è uno sconsiglio ufficiale del Ministero degli Esteri italiano su Israele.

4. Il pellegrinaggio è una testimonianza: si va non solo per visitare, per pregare ma anche per condividere un cammino di fede. La Chiesa locale ha bisogno di sentirsi sostenuta non solo con espressioni formali di solidarietà ma anche con una presenza che condivida preoccupazioni e speranze. Non si può andare da semplice turista in Terra Santa!

Le organizzazioni ecclesiali di pellegrinaggio della Terra Santa in quest’anno hanno fatto conto sui pellegrinaggi, in termini di sostentamento delle famiglie, di lavoro, di indotto: ogni pellegrinaggio programmato che rinuncia crea un forte danno a questa gente. Da ultimo, dopo questo periodo delicato che ha visto morire tanti innocenti, si stanno aprendo spiragli di pace.

Andare in pellegrinaggio vuol dire lavorare e pregare perchè questi popoli depongano finalmente per sempre le armi e costruiscano la pace…. se ci crediamo.

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