Pizzetti: 'Galimberti a capo dell'Area vasta Opportuno e quasi indispensabile'
Nuova data per l’elezione del presidente della Provincia, ormai avviata a diventare ente di secondo livello. Non più il 28 settembre, ma il 12 ottobre, a meno di altri slittamenti. Un punto fermo però è venuto venerdì mattina con l’approvazione in prima battuta da parte del Senato del Ddl che riforma questo ramo del Parlamento e che, come legge di rango costituzionale, incorpora molti altri argomenti. Tra cui il futuro delle Province, con la completa conferma dei contenuti della legge Delrio e la previsione dal 1 gennaio 2015 della loro abolizione in quanto tali e l’istituzione degli enti di area vasta. Da qui a là c’è di mezzo l’importante, anche se poco mediatico, passaggio delle elezioni di Presidente e Consiglio, elezioni che come noto coinvolgeranno soltanto i sindaci e i consiglieri comunali eletti.
Se ne parla poco, i meccanismi elettorali sono sconosciuti ai più, ma li conosce bene Luciano Pizzetti, reduce dalla maratona del Senato dove la riforma costituzionale porta anche la sua firma. “Sul meccanismo elettorale è cambiata la norma – spiega -. Il criterio con il quale saranno eletti Presidente e i 12 consiglieri, tiene in considerazione sia le singole preferenze, sia il voto di lista. Un po’ come avviene per il consiglio comunale”. Ciascun candidato porterà con sé una propria ‘dote’, frutto del voto ponderato in base al numero di abitanti del comune di provenienza. Uno scenario che attribuisce ai tre comuni maggiori, Cremona, Crema, Casalmaggiore, un peso specifico assai più rivelante di tutti gli altri. Nessun dubbio per Pizzetti che il futuro presidente dell’ente di area vasta debba essere Gianluca Galimberti. Non solo perchè sindaco del comune di maggiori dimensioni, ma anche per la delicatezza della fase iniziale del nuovo corso. “E’ opportuno e quasi indispensabile che sia il sindaco di Cremona a svolgere questa funzione, a maggior ragione in una fase in cui andranno definite molte cose. Il voto di ieri al Senato – aggiunge Pizzetti – contiene tra l’altro la ‘messa in sicurezza’ della riforma Delrio, con cui viene ribadita la centralità di Comuni e Regioni nel decidere quali ulteriori funzioni attribuire all’ente di area vasta oltre a quelle fondamentali, quali eventualmente trasferire agli enti locali o di quali essi si debbano spogliare”. Molto opportuno, suggerisce il senatore, che a gestire questa fase sia il sindaco del comune capoluogo che tra l’altro, nel nuovo organigramma comunale ha già istituito un assessorato ad hoc, attribuito ad Andrea Virgilio. Tra l’altro dal ddl approvato ieri spunta anche un’altra possibilità: le Regioni avranno facoltà di riperimetrare i territori delle aree vaste, rispetto a quelli delle Province. Dunque, potremmo dover rispolverare le cartine elaborate due anni fa quanto si parlava degli accorpamenti (Cremona con Mantova e Lodi), rimaste pura accademia.
LA TABELLA DI MARCIA – Il tempo non è molto, tenendo conto del fatto che per due settimane la politica andrà in vacanza. La tabella di marcia prevede entro il 2 settembre la convocazione dei comizi elettorali, fra il 21 e il 22 settembre la presentazione delle candidature a presidente della Provincia (sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto) e delle liste con i candidati per il Consiglio provinciale (sottoscritte da almeno il 5% degli elettori). Poi, a controlli avvenuti, pubblicazione sul sito della Provincia. Le elezioni si svolgeranno domenica 12 ottobre e nei giorni successivi ci sarà la proclamazione dei risultati. L’ufficio elettorale è costituito dalla Provincia e vi prendono parte dirigenti, funzionari e altri dipendenti dell’ente.
Sono eleggibili i sindaci della Provincia il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Solo per le prime elezioni sono eleggibili i consiglieri provinciali uscenti. Il presidente della Provincia decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco.
Giuliana Biagi
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