Vertice tra associazioni sul caro Tari 'Senza riduzioni, sciopero fiscale'
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Vertice tra associazioni del commercio e dell’artigianato presso la sede di Confcommercio. Le soluzioni proposte dal Comune per venire incontro alle problematiche di alcune categorie commerciali – in particolari ristorazione, pubblici esercizi, fioristi, ortofrutta – non sono state sufficienti a rassicurare sul futuro. Rate dilazionate in 24 mesi e slittamento della prima rata all’8 agosto, non bastano a sanare i bilanci aziendali di ditte che si sono viste aumentare la tariffa anche del 600 percento.
Le associazioni sono pronte a scendere in campo con forza, senza trascurare misure anche drastiche, come uno sciopero fiscale. «Pur apprezzando l’interesse manifestato dall’amministrazione comunale, le misure adottate sinora sono insufficienti rispetto alle necessità delle aziende – evidenzia Giuseppe Bini, coordinatore di Confesercenti Cremona -. Il Fondo di solidarietà ad esempio è decisamente esiguo. Serve un fondo che vada seriamente a incidere sugli importi Tari del 2014: ci sono aziende che stanno licenziando perché altrimenti non hanno i soldi per pagare. E se non arrivano soluzioni, sarà peggio». Le associazioni non danno la colpa all’amministrazione Galimberti: «Sappiamo che i problemi sono nati con chi c’era prima, e chi ha rotto il vaso non è certo uguale a chi sta cercando di aggiustarlo – continua Bini -. Tuttavia servono misure urgenti, ora».
Antonio Pisacane, direttore Asvicom non ha dubbi: “Mi fa piacere che si stia andando nella direzione che avevo indicato, recuperando appieno il ruolo sindacale proprio delle associazioni. Si è deciso di stendere un documento da presentare al Comune richiedendo un aumento significativo degli stanziamenti del fondo di solidarietà appena istituito. 100mila euro non bastano.” Quanto serve per riportare la Tari a livelli accettabili? “Noi – continua Pisacane – non abbiamo i mezzi per capire con quale stanziamento vada rimpinguato in fondo. Tocca al Comune fare i conteggi e verificare, ad esempio, che cifra serve per coprire la spesa relativa ai commercianti ed artigiani che hanno subito aumenti dal 100 al 600%. Ripeto, non siamo noi a dover stabilire dei tetTi di spesa, ma chi sta in Comune ha i mezzi per farlo. Detto questo, inviteremo i nostri associati a pagare la prima rata, ma poi, se il Comune non ci verrà incontro, diremo loro di non pagare la seconda rata. In pratica, uno sciopero fiscale”. Linea dura dunque, pur apprezzando “gli sforzi che il Comune sta facendo per alleviare il carico, ma le misure finora prsopettate sul 2014 sono insufficienti e inaccettabili.
Assenti dall’incontro i sindacati dei lavoratori dipendenti, che pure si sono mostrati interessati a portare avanti una battaglia comune con gli imprenditori. Presenti invece – tutte, fatto storico abbastanza rilevante – le associazioni del terziario e dell’artigianato: Ascom, Confesercenti, Asvicom, Confartigianato, Cna.
IL COMUNICATO STAMPA DIRAMATO DOPO L’INCONTRO
Confcommercio, Confesercenti, Asvicom, CNA e Confartigianato, riunite il primo agosto 2014, dopo gli incontri avuti con la Amministrazione Comunale in merito alla vicenda TARI, pur apprezzando l’impegno della Giunta ad affrontare, con proposte concrete il tema in oggetto, ritengono che ciò non sia sufficiente per dare respiro alle imprese che si sono viste moltiplicare, senza ragione, l’importo della tassa sui rifiuti. Dal tavolo è emersa una forte denuncia per l’iniqua applicazione dell’imposta, non proporzionale all’effettiva produzione dei rifiuti. Una presa di posizione che verrà puntualizzata, nei prossimi giorni, al Comune attraverso un documento sottoscritto da tutte le associazioni. Tutte le associazioni hanno evidenziato come il fondo di solidarietà determinato dalla Giunta Comunale, pur essendo un atto di disponibilità apprezzabile non sia sufficiente ad alleviare una tassazione assurda in capo ad aziende produttive.
L’eventuale contributo per le imprese, infatti, si ridurrebbe a pochissime centinaia di euro a fronte di un aumento che è stato di diverse migliaia di euro. Il tavolo ha quindi proclamato, sin da ora, una mobilitazione che interessa tutte le Associazioni e tutte le imprese, nessuna esclusa, compresi i dipendenti che vedono minacciato il loro posto di lavoro. Se non arriveranno risposte adeguate alle richieste, saranno attuate forme di protesta e tutela le più ampie possibili come il ricorso alla Giustizia Amministrativa e lo sciopero fiscale.
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