Cronaca

Aem Spa, nel 2013 il bilancio torna in attivo dopo un 2012 disastroso

Dopo un 2012 tutt’altro che positivo, che aveva visto una perdita d’esercizio di 1.900.000 euro, il 2013 per Aem Cremona Spa ha chiuso con un risultato positivo, un utile di 17.000 euro. Le motivazioni, come spiega il presidente Franco Albertoni – ancora in carica fino a settembre insieme al suo Cda, su espressa richiesta del sindaco, che ancora deve decidere i rinnovi delle cariche – sono da ricercare sostanzialmente “nell’incremento del dividendo di Lgh, che nel 2012 era stato straordinariamente basso”. Si parla infatti di circa 1.500.000 euro, “quando normalmente il dividendo era intorno ai 3 milioni” evidenzia Albertoni. Nel 2013 la situazione è decisamente migliorata, con un dividendo di 2.400.000 da parte di Lgh che ha consentito di risollevare un po’ la situazione della ex municipalizzata.

Altro cambiamento notevole è stato nella riduzione di attività che l’azienda svolte sotto costo per conto del Comune, come ad esempio la partita della gestione calore, che ora il Comune ha affidato attraverso delle gare specifiche. Sono quindi diminuiti gli introiti per i servizi, ma allo stesso tempo anche i costi, che erano comunque più elevati. Complessivamente i costi per acquisti di servizi risultano pari a 5.589 mila euro, e sono costituiti principalmente dai corrispettivi pagati ad Aem Gestioni e ad Aem Service, sulla base di un apposito contratto, per lo svolgimento dei cosiddetti “side business” affidati “in house” dal comune di Cremona ad Aem Cremona. La riduzione del costo dei servizi del 2013 è dovuto principalmente alla riduzione dei servizi effettuati per conto terzi, alcuni servizi effettuati da Aem Cremona sono nel 2013 passati a titolarità di Aem Service, comportando una riduzione dei costi sostenuti.

“Aem si concentra ora sulla sua attività primaria, che è quella di portare avanti gli investimenti per il riammodernamento delle infrastrutture del sottosuolo, su cui stiamo puntando da alcuni anni, e dell’erogazione dei servizi” conclude Albertoni.

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