Asl, nel Libro Bianco della Sanità ipotesi di accorpamento tra Cremona e Mantova
Unificare le Asl di Cremona e di Mantova, realizzando un unico distretto sanitario che dall’estrema provincia di Cremona (Rivolta d’Adda) arrivi fino ai più lontani comuni mantovani, situati nell’Oltrepo: questo il progetto della Giunta regionale della Lombardia, contenuto nel Libro bianco della Sanità promosso dalla Giunta regionale. Se ne è parlato nei giorni scorsi a Mantova, durante un incontro sul palazzo Ducale. A lanciare l’allarme è Sergio Cordibella, presidente di Italia Nostra, già consigliere regionale nella comissione Sanità. A pagina 100 del documento stilato dalla Giunta regionale, si parla espressamente di riduzione della Asl: “l’ipotesi è quella di un accorpamento tra Mantova e Cremona”, evidenzia Cordibella. Nel Libro Bianco si imposta una revisione delle Aziende sanitarie locali (Asl), con una riduzione nel numero (pare da 15 a 10) e l’ipotesi di un’Agenzia per ogni milione di abitanti, nonché la creazione di una Centrale unica di committenza per risparmi e trasparenza negli acquisti e la riorganizzazione della rete ospedaliera su due livelli, ad alta e bassa intensità di cura del paziente.
Un’ipotesi che porta con sè numerose domande. Ad esempio, a chi andrà il ruolo di coordinamento: dal momento che la Provincia più estesa è quella di Cremona, si presume che sarà proprio la nostra città ad avere la sede centrale del Distretto; dubbio peraltro già sollevato tempo fa dal gruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Mantova, in merito all’eventualità di accorpamento del Maggiore di Cremona e del Poma di Mantova. Ma ci si chiede anche come verranno gestiti i vari settori di cura e se per il cittadino la situazione non rischia di rappresentare un disagio, soprattutto nel momento in cui determinati servizi potrebbero venire concentrati solo in alcune aree del Distretto. Insomma, tanti gli interrogativi e ancora troppo poche le risposte.
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