Furto alla prof, il padre del teste: 'Deposizione costretta da forzatura'
“I soldi, la signora Bertani, li ha dati a me, io non volevo, ma lei ha insistito, erano una donazione”: sono le parole che la scorsa udienza, a sorpresa, aveva pronunciato il portinaio di palazzo Manna, cercando in questo modo di scagionare i due imputati: l’amico Domenico Bevilacqua, 39 anni, residente a Cremona, e la 53enne ucraina Mariya Martsinovska, accusati di furto, falsità in scrittura privata e falsificazione di titoli di credito. Si parla di cinque assegni bancari che cinque anni fa, secondo l’accusa, sarebbero stati rubati dall’abitazione di Esterina Bertani, 92 anni all’epoca dei fatti, nel frattempo deceduta. Per la procura, l’anziana, insegnante di Stenografia e vedova del senatore Dc Giovanni Lombardi, sarebbe stata derubata nella sua abitazione di via Ruggero Manna per un ammontare di 100.630 euro proprio da Maria, che faceva la badante in casa della Bertani, e dal suo complice.
Quel denaro, invece, stando alla testimonianza del portinaio, sarebbe stato solo il frutto di una donazione. Un colpo di scena che oggi è stato replicato in aula con la produzione agli atti di una lettera scritta dal padre del portinaio. Nel documento, l’uomo afferma che la deposizione del figlio è il frutto di una forzatura. Tutto per paura di una persona che avrebbe minacciato suo figlio dicendogli che se avesse cambiato quanto dichiarato avrebbe dovuto allontanarsi da Cremona.
A produrre la lettera è stata la parte civile, rappresentata dall’avvocato Cristiana Speroni, che ha chiesto ed ottenuto di sentire il padre del portinaio. L’uomo verrà a testimoniare nel corso della prossima udienza fissata per il 17 settembre.
Non solo. A mettere in dubbio la storia della donazione al portinaio è anche una lettera (il documento è stato prodotto in aula) a firma del precedente difensore di Bevilacqua e sottoscritta dall’imputato il 14 aprile del 2009 nella quale Bevilacqua, in contrasto con le dichiarazioni del portinaio, dichiara di aver ricevuto dalla Bertani un assegno da 25.000 euro a titolo gratuito. L’assegno, come ha fatto notare l’avvocato Speroni, è proprio uno dei quelli di cui si discute nel procedimento.
Il giudice, che è anche in attesa dell’acquisizione degli assegni, nominerà il suo perito grafico Patrizia Zenzolo che dovrà pronunciarsi sull’autenticità o meno delle firme sugli assegni.
Sara Pizzorni
© RIPRODUZIONE RISERVATA