La Provincia 'presta' il suo d.g. a Crema per la gara rifiuti (10mila euro)
Scrp (l’azienda patrimoniale dei servizi pubblici di Crema e cremasco) ha chiesto all’attuale direttore generale della Provincia, Marina Ristori, di svolgere l’incarico di project manager per predisporre il bando di gara per l’affidamento del servizio di igiene ambientale. Di inizio luglio l’autorizzazione a svolgere l’incarico da parte del presidente della Provincia Salini. Ristori percepirà un compenso di 10 mila euro lordi; il suo incarico, di natura professionale e quindi estraneo alle funzioni di direttore generale, consisterà per questa prima fase nel reperimento dei supporti tecnico giuridici per la predisposizione del bando di gara. Un incarico che sta iniziando a far discutere in quanto in altre occasioni la Provincia ha messo a disposizione dei comuni le proprie competenze interne (ad esempio per l’assegnazione dell’appalto calore) per prestazioni professionali di questo tipo. Vero è che in questo caso il committente è una società di diritto privato, Scrp, i cui azionisti sono però tutti enti pubblici. Resta il fatto che per lo svolgimento della procedura di gara si prospetta un esborso di soldi pubblici di cui i 10mila euro attuali sono solo un acconto. L’incarico a Ristori parla infatti di una prima fase, che si concluderà entro settembre, a cui presumibilmente ne seguiranno altre. Come noto il mandato del direttore generale della Provincia è legato strettamente alla carica del presidente. E a fine settembre ci saranno le elezioni (di secondo livello) tra sindaci e consiglieri del territorio, per eleggere il successore di Massimiliano Salini, che lavorerà a titolo gratuito.
L’affidamento delle procedure di gara a Scrp era stato deciso dal consiglio comunale di Crema lo scorso 15 aprile, con l’opposizione della sinistra di Rifondazione Comunista che chiedeva l’affidamento in house e le perplessità di M5S e di Simone Beretta (FI).
La gara per i servizi di igiene ambientale del cremasco fa da apripista ad una nuova stagione di gestione dei servizi pubblici che presto interesserà anche il capoluogo. Il servizio a Cremona è svolto in house da Aem Gestioni, partecipata da Aem Spa (l’equivalente di Scrp), ma confluita nella holding Lgh. Il che significa che il Comune non ha il controllo pieno della gestionale, detenuta per poco più del 30%. Fino alla fine dell’anno il servizio verrà gestito nelle attuali forme, ma poi anche il capoluogo dovrà obbligatoriamente fare nuovo affidamento. E verranno al pettine i nodi emersi negli ultimi mesi. Chi predisporrà il bando? Il gestore attuale? E quali linee di indirizzo darà il Comune, ad esempio per quanto riguarda l’incenerimento dei rifiuti, dopo una campagna elettorale tutta spesa a sostegno dello spegnimento dell’impianto entro il prossimo triennio? Sullo sfondo della questione, non direttamente pertinente alla questione rifiuti, ma alle modalità gestionali, poi c’è il groviglio delle società partecipate dagli enti locali e dallo Stato, già giudicate troppo onerose per il sistema Italia sia dal commissario alla spending review Cottarelli, sia dal procuratore generale della Corte dei Conti Salvatore Nottola. 30,55 miliardi il loro costo per le casse pubbliche nel 2011, sceso comunque a a 25,93 nel 2013. E un terzo degli oltre 5000 enti (fondazioni, azienda, consorzi) partecipati dagli enti locali presenta conti in rosso.
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