Tari, mazzata per imprese e commercio In alcuni casi si paga il 600% in più
Una vera e propria mazzata quella in arrivo per i commercianti e per gli artigiani cremonesi, che in questi giorni stanno ricevendo le bollette relative alla nuova Tari (tassa sui rifiuti). Forte la preoccupazione soprattutto per alcuni settori – come quelli legati alla ristorazioni o alla rivendita di fiori e ortofrutta – che rischiano di essere penalizzati in maniera pesantissima dai nuovi parametri per il calcolo della tassa rifiuti.
A parlare sono i numeri, che descrivono con chiarezza impietosa uno scenario in cui Cremona esce decisamente male sia dal confronto con i territori circostanti sia rispetto alle cifre pagate negli anni precedenti.
Il primato degli incrementi spetta alle pescherie e alle pizzerie al taglio, che si troveranno a pagare il 600% dello scorso anno (da 6,32 euro per mq fino a 34,49). Si parla invece di un +400% per fioristi e commercianti di ortofrutta (con la aliquota che passa da 8,63 a 34,49 euro). Costo quasi triplo per gestori di ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub (da 10,33 euro a mq a 28,40). Bar e pasticcerie pagheranno il doppio dello scorso anno. La mazzata, infine, arriva anche per gli ambulanti, che spenderanno più del triplo rispetto al 2013.
Anche il confronto con le province limitrofe (almeno quelle che hanno già deliberato in materia) è impietoso. Se per alcune categorie, quelle con aliquote più basse i valori appaiono comunque con scarti ridotti, su quelle più penalizzate la differenza è evidente. Confrontando i numeri, il risultato la dice lunga: per ortofrutta, fioristi, pizze al taglio (la normativa ministeriale le raggruppa in un’unica categoria), dove l’amministrazione di Cremona chiede quasi 35 euro/mq a Lodi ci si ferma a 22, a Brescia ad un euro in meno (20,87 Euro). A Lecco si spende la metà che all’ombra del Torrazzo (17,5 Euro), a Bergamo poco più che un terzo (13,71). Differenze evidenti si registrano anche per ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub (la differenza arriva al 150%) e per i bar, caffè, pasticcerie (che pagano il doppio di Lecco, il 60% più di Lodi e Bergamo).
Si tratta di incrementi che non sono sostenibili per la maggior parte delle aziende. Tanto che Confcommercio rivolge un preciso invito al sindaco Galimberti e alla sua Giunta: è imperativo rivedere le quote. “Siamo consapevoli delle decisioni assunte dalla precedente amministrazione, adottate nonostante fossero ben consapevoli delle nostre preoccupazioni. Nessun attacco ma piuttosto una piena volontà collaborativa per rimediare insieme agli errori del passato. Anche perché è comprensibile che non possiamo legittimare una scelta pesantemente iniqua”.
“Nonostante le variabili in gioco siano moltissime – spiega il presidente della Confcommercio Claudio Pugnoli – le differenze sono davvero troppo marcate. Come è possibile avere costi tanto differenti? Prendiamo ad esempio le realtà più virtuose. Guidati dalla consapevolezza che in questi momenti di crisi le imprese non possono essere ulteriormente gravate dalla pressione fiscale. L’aumento senza logica e senza equità rischia di portare tante aziende alla chiusura. Ed avrà ripercussioni non trascurabili anche per quanto riguarda il lavoro dipendente”.
Secondo l’analisi di Confcommercio, il peso della tassazione sulle imprese tende ad aumentare. Questo nonostante si parli di riduzione della pressione fiscale e di misure per il rilancio. “In una situazione già pesantissima – continua Pugnoli – non è possibile che a rimetterci siano ancora una volta i piccoli imprenditori. Un risultato che dev’essere assolutamente scongiurato per non gravare ulteriormente sull’asse portante della nostra economia. Anche l’analisi della Giornata dell’Economia, presentata in Camera di Commercio, testimonia le difficoltà del comparto del terziario. Una situazione che richiede una assunzione di responsabilità collettiva”.
Sempre guardando a quanto stanno facendo i territori vicini Confcommercio lancia suggerimenti agli amministratori locali. Da Palazzo Vidoni ricordano che Brescia ha proposto l’esenzione (per il primo anno) per le imprese artigianali e commerciali che si trasferiscono da un altro Comune, Lodi prevede una agevolazione del 10% nel caso in cui l’aumento della tariffa rispetto al 2013 sia superiore al 20% e comunque maggiore di 250 Euro. Misure che rischiano di favorire l’esodo da Cremona.
“Quelli della Tari – spiegano da Palazzo Vidoni – sono incrementi ingiustificati ed ingiustificabili che derivano essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. È una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese, che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell’attuale sistema di prelievo affinchè rifletta la reale produzione di rifiuti ridefinendo con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo e distinguendo tra le utenze domestiche e quelle non domestiche”.
AGGIORNAMENTO – IN FASE DI RECAPITO GLI AVVISI DI PAGAMENTO
Avvisi di recapito della Tari in fase di recapito. Ecco la nota diramata da Palazzo comunale.
Sono in fase di recapito gli avvisi di pagamento della TARI (Tassa Rifiuti) 2014 con l’importo di quanto dovuto per l’anno corrente (la TARSU/TARES è stata sostituita infatti sostituita dalla TARI). L’importo della TARI, indicato nell’avviso di pagamento, è stato calcolato sulla base delle tariffe applicate dal Comune di Cremona, della superficie dichiarata e, per le utenze domestiche, del numero di persone che risiedono nell’immobile.
Le scadenze di pagamento indicate sono le seguenti: unica soluzione entro il 16 luglio, oppure in tre rate con scadenza: 16 luglio, 16 settembre e 16 novembre. Per quanto riguarda la prima scadenza, quella del 16 luglio, a causa del ritardo, non imputabile al Comune, nella consegna degli avvisi di pagamento, l’Amministrazione comunale ha deciso di ritenere tempestivi i versamenti effettuati entro il 31 luglio 2014, senza l’applicazione di sanzioni e interessi.
Le modalità di pagamento sono le seguenti:
1. bollettini postali allegati agli avvisi da utilizzare presso qualunque ufficio postale con commissione, oppure presso gli sportelli della Banca Popolare Di Cremona – Gruppo Banco Popolare convenzionata con ICA/ABACO con commissione; gratuitamente presso gli sportelli del concessionario R.T.I. ICA/ABACO viale Trento e Trieste 16 – Cremona tel. 0372 30783;
2. con apposito codice a barre presso i totem installati dal concessionario a SpazioComune (ingresso da piazza Stradivari, 7), via Ghisleri (Esselunga), via della Cooperazione (Coop), via Nino Bixio, piazza Aldo Moro (Punto Salute), San Felice (Centro Civico San Felice);
3. con bollettino freccia presso qualsiasi sportello bancario, con eventuale commissione a discrezione della singola banca;
4. domiciliazione bancaria (RID): sono state ripristinate in automatico le autorizzazioni di pagamento a mezzo RID attive fino al 2012. Chi pagava la tassa rifiuti con domiciliazione bancaria non troverà pertanto allegato all’avviso TARI i bollettini di pagamento e l’importo verrà addebitato, alla scadenza, sul conto precedentemente indicato per la domiciliazione (per richiedere l’attivazione o la disattivazione della domiciliazione bancaria occorre recarsi agli sportelli del concessionario R.T.I. ICA /ABACO di viale Trento Trieste 16 – Cremona – tel. 0372 30783);
5. on line dal sito www.rti-ica-abaco.it.
Per informazioni ci si può rivolgere agli uffici di via Geromini 7 primo piano – tel. 0372 407310 – dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 13,30, al mercoledì dalle 08,30 alle 16,30 e mail entrata.servizi@comune.cremona.it o dal sito del Comune (www.comune.cremona.it) nella sezione Imposte e Tributi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA