Forza Italia, critiche sulla dirigenza E in Consiglio gruppo poco omogeneo
foto Sessa. Da sinistra: Jotta, Toti, Gelmini, Ghidotti
Preceduto da polemiche e veleni, l’incontro tra simpatizzanti e militanti di Forza Italia di venerdì 20 giugno in sala Zanoni ha lanciato chiaro e forte il messaggio alla dirigenza nazionale e regionale che così non si può andare avanti. Se lo sono sentiti dire il parlamentare europeo (appena eletto) Giovanni Toti e il coordinatore regionale Mariastella Gelmini, seduti al tavolo con Mino Jotta, coordinatore provinciale e Carlalberto Ghidotti, coordinatore cittadino. I nodi sono venuti al pettine, portati avanti da alcuni degli ex amministratori della giunta Perri che soffrivano da tempo del senso di isolamento rispetto ad un partito quasi sempre assente nell’azione politica quotidiana.
Riprendendo le parole del vicesindaco Nolli (sparito dagli incontri pubblici durante la campagna elettorale, assente anche ieri sera, ma sempre presente sui social network), gli ex consiglieri di maggioranza Luca Grignani e Marcello Ventura hanno ribadito questo concetto, recriminando il fatto di aver sprecato l’occasione d’oro di un sindaco ancora al vertice della popolarità, come Oreste Perri, e riconsegnando il governo della città alla guida dei ‘vecchi’ del Pd del centrosinistra. La richiesta di dimissioni dei vertici è giunta da più voci della platea e da parte sua Jotta (come aveva anticipato a Cremonaoggi all’indomani del ballottaggio) si è detto disposto a farsi da parte. Ma nessuno della dirigenza sembra disposto ad assumersi in prima persona la responsabilità della disfatta elettorale cremonese, condivisa con tutti i maggiori centri urbani del nord e attribuita piuttosto al renzismo imperante.
La ricostruzione del centrodestra, ha detto tra l’altro Toti, parte da Forza Italia, ma in chiave locale la strada è in salita e un primo banco di prova sarà il consiglio comunale di lunedì 30 giugno. Sarà in grado l’eterogeneo gruppo di FI di agire in sintonia? I quattro eletti sono Carlaberto Ghidotti, record di voti, fedelissimo da sempre di Berlusconi, scelto direttamente da Gelmini come coordinatore cittadino a poche settimane dal voto; Ferruccio Giovetti, il candidato dell’ultima ora, notissimo presidente dell’Avis comunale ma privo di esperienza amministrativa; Marcello Ventura, combattivo ex aennino, tra quelli che hanno mal digerito la fusione a freddo nel Pdl; Giorgio Everet, che chiede una stagione di congressi per capire quale strada dovrebbe percorre la nuova Forza Italia. Riusciranno ad andare d’accordo, cominciando dalla scelta del capogruppo? E quale sarà il rapporto con le altre minoranze (lista Perri e Lega Nord in particolare)? Ammesso che il sempre più risicato ruolo delle minoranze in sala Quadri sia davvero il luogo dove far ripartire la costruzione del centrodestra.
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