Politica

Con Pizzetti e Toninelli la strada delle Riforme passa da Cremona

Passa per Cremona la strada delle riforme. Da un lato Luciano Pizzetti, sottosegretario Pd alle riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento, relatore della legge di riforma del Senato.  Dall’altra Danilo Toninelli, senatore M5S tra i promotori della proposta di legge elettorale che costituisce un primo tentativo di dialogo con il Pd di Renzi. Da qualche giorno incarna la svolta dei grillini che fino all’altro ieri hanno sbattuto la porta in faccia a qualsiasi tipo di dialogo con il Pd. Proprio Toninelli, 39enne di Soresina eletto al Senato lo scorso anno, è uno dei promotori del modello di legge elettorale chiamato “Democratellum” che dovrebbe servire da base per una trattativa (‘nel merito’, ci tiene a sottolineare) con gli uomini di Renzi. Martedi 17 giugno  lo ha intervistato il Corriere della Sera, qualche giorno fa l’Espresso. Incarna la versione riformista dei 5Stelle, che dopo l’esito delle Europee riconoscono in Renzi un interlocutore legittimato dal voto popolare, per quanto non in elezioni politiche. La proposta prevede un impianto proporzionale, senza la correzione maggioritaria del all’Italicum, che prevede un premio di maggioranza al partito o alla coalizione che superano il 37% e soglie sbarramento dell’8% per i partiti che corrono da soli. Al contrario, la proposta 5Stelle prevede circoscrizioni più grandi (42 anzichè 120) che creerebbero una sorta di sbarramento naturale. Le preferenze rappresentano un punto in comune tra i due modelli. Originalità della proposta 5Stelle, la possibilità della preferenza negativa: la scheda elettorale consente di votare un partito ma cancellare il nome di un candidato considerato impresentabile. Sul fatto che la riforma Renzi preveda l’abolizione del Senato e invece la legge elettorale dei grillini no, Toninelli risponde in un’intervista a Radio Capital che “a noi piace ragionare allo stato attuale e allo stato attuale il Senato esiste. Questa proposta può anche essere migliorata. Alcuni punti  però sono difficilmente contestabili, ad esempio le preferenze: sono il minimo indispensabile per una democrazia evoluta”.

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