Cronaca

Commesse diffamate La collega 'diabolica' risarcisce e si scusa

L'avvocato Cortellazzi

Ha risarcito le colleghe e ha scritto una lettera di scuse, “riparando il danno arrecato”. Per questo motivo questa mattina il giudice di pace Luciano De Vita ha chiuso il procedimento nei confronti di Cristiana, ex commessa del centro commerciale CremonaPo, finita a processo per diffamazione. Per sette lunghi anni aveva messo zizzania tra le sue colleghe, mettendole le une contro le altre, acquisendo la fiducia di ognuna di loro, entrando in confidenza, mostrandosi amica e raccogliendo nel contempo la maggior quantità possibile di informazioni sulla loro vita, sfruttandone i punti deboli, ad ognuna riferendo falsamente che l’altra sparlava di lei. Tutto con l’unico fine di dividerle ed isolarle, così da poter acquisire una sorta di ascendente e controllo su di loro. Per lei, Silvia era “un’incapace e una lazzarona che discriminava la collega Elena”, Rossana era “un’inetta nell’organizzazione e nel controllo, una frustrata e invidiosa”, Federica era una “persona molto falsa che screditava le capacità professionali di Rossana, una sfigata e una donna facile”, mentre Alida, una cliente affezionata, era “una pazza pericolosa e una lesbica”.

L'avvocato Lattari

“La vita era diventata insostenibile”, per le commesse, che hanno sostenuto di non essere state più padrone della loro vita. Tutto fino al 13 settembre scorso, quando Cristiana, durante una riunione avvenuta anche alla presenza dei titolari, era stata smascherata. Proprio in seguito a quell’incontro, l’imputata aveva rassegnato le proprie dimissioni. L’avvocato di parte civile Massimiliano Cortellazzi avrebbe voluto far testimoniare le sue clienti in aula, ma il giudice non lo ha ritenuto necessario, concordando con il legale dell’imputata, l’avvocato Marcello Lattari. “C’è stato un risarcimento”, ha detto Lattari, “e la mia cliente ha presentato in forma scritta e tangibile il proprio rammarico per l’accaduto”. “In più”, ha aggiunto l’avvocato, “non c’è più possibilità di reiterazione del reato, stante le dimissioni della mia assistita dall’attività lavorativa”. Soddisfazione, al termine dell’udienza, è stata comunque espressa sia dall’avvocato Cortellazzi che dalle commesse diffamate, che alla fine sono riuscite ad avere il risarcimento e le scuse.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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