Drone in volo sopra San Vincenzo Non è un gioco ma un rilievo architettonico
Il volo di un drone sopra i tetti della chiesa di San Vincenzo. Uno spettacolo che ha attirato l’attenzione degli studenti dell’istituto Ghisleri di via Palestro, proprio a fianco della chiesa chiusa dal 2011, da quando un fulmine fece cadere rovinosamente a terra il pinnacolo centrale del frontone. Da allora l’ingresso è transennato, per timore di ulteriori crolli. Oggi sono iniziati i rilievi propedeutici alla stesura di un progetto di sistemazione. Oltre alla facciata, anche i tetti necessitano di un intervento, di che entità ancora non è possibile sapere: saranno le immagine restituite dalla telecamera ‘volante’ agganciata al piccolo velivolo radiocomandato, ad indicare l’intervento più adatto.
Il drone si è alzato tre volte in volo nella mattinata di martedì, per poi atterrare delicatamente sul prato del cortile del Ghisleri, una volta finito il suo lavoro. A seguirne la traiettoria da terra, gli ingegneri dello studio Rtc, Moreno Pedrini e Daniele Colturato, specializzati nei rilievi di edifici storici, in particolare edifici sacri, che dal monitor hanno seguito in diretta le immagine viste dall’occhio elettronico. Potendo radiocomandare il drone, è stato possibile farsi un’idea in tempo reale della situazione delle coperture e soffermarsi sui punti di più difficile lettura. Immagini che le tecniche tradizionali (come la ripresa dei tetti utlizzando una piattafroma mobile) non consentono di ottenere, a causa dei limiti alla mobilità fisica delle telecamera. Saranno le ulteriori elaborazioni grafiche a dare un’idea più esatta dello stato dei tetti e della facciata con i suoi elementi lapidei sovrastanti. Lo studio che elaborerà il progetto è quello degli architetti Michele Saladino, Paolo Gaudenzi e geometra Angelo Gabbani.
Una tecnica inusuale, quella adottata in via Palestro, già utilizzata per perlustrare tetti e muri perimetrali di san Pietro al Po e che offre molti vantaggi, tra cui l’eliminazione di strutture fisse come impalcature o piattaforme aeree ma comunque ingombranti. In questo modo si risparmia sui costi e soprattutto si velocizzano di tempi. A questa prima fase ne seguirà un’altra tradizionale, quando verranno esaminati i sottotetti, che probabilmente risalgono ad un intervento conservativo di una quarantina di anni da. Questo servirà a capire se i tetti di S.Vincenzo, chiesa appartenente alla parocchia di S.Agata-S.Ilario, necessitano di un semplice ripasso della copertura o di interventi strutturali. A destare preoccupazione è la stabilità del basamento in pietra rimasto sulla sommità del frontone dopo il crollo.
Giuliana Biagi
© RIPRODUZIONE RISERVATA