Cronaca

Prof derubata, ma il teste scagiona gli imputati 'Una donazione per me'

Colpo di scena nel processo contro Domenico Bevilacqua, 39 anni, residente a Cremona, e la 53enne ucraina Mariya Martsinovska, accusati di furto, falsità in scrittura privata e falsificazione di titoli di credito. Cinque assegni bancari che cinque anni fa sarebbero stati rubati dall’abitazione  di Esterina Bertani, 92 anni all’epoca dei fatti, nel frattempo deceduta. Per la procura, l’anziana, insegnante di Stenografia e vedova del senatore Dc Giovanni Lombardi, sarebbe stata derubata nella sua abitazione di via Ruggero Manna per un ammontare di 100.630 euro proprio da Maria, che faceva la badante in casa della Bertani, e dal suo complice.

A sorpresa, a scagionarli in aula è stata la testimonianza di Maurizio, dal 2006 al 2012 portinaio di palazzo Manna. “I soldi, la signora Bertani, li ha dati a me, io non volevo, ma lei ha insistito, erano una donazione”, ha detto il teste davanti al giudice Francesco Sora. “Ho visto che sia lei che il marito, essendo due persone anziane, avevano bisogno di attenzione. Poi lui è deceduto e io ho iniziato ad aiutare la signora facendole la spesa, accompagnandola a pulire la tomba del marito o dove lei avesse bisogno di andare. Veniva anche a bere il caffè in portineria. Avevamo instaurato un buon rapporto, c’era confidenza, ha capito che ero un bravo ragazzo. Sì, è vero, aveva una domestica, ma non si fidava molto”.  Maurizio ha ammesso di conoscere Domenico Bevilacqua, “siamo amici da dieci anni”, e di avere avuto dei problemi economici di cui, a suo dire, la signora Bertani era a conoscenza, “anche se ho cercato di nasconderli il più possibile”. Il teste ha raccontato di aver avuto debiti sia con la banca che con la sua ex moglie. “E’ stata la signora a darmi gli assegni, ha voluto farmi una donazione”. “Quegli assegni, però”, ha continuato, “non li potevo intestare a me stesso perché in banca ha il conto anche mio padre e non volevo far sapere che la signora mi aveva donato dei soldi, così ho chiesto a Bevilacqua di essere beneficiario di quegli assegni al mio posto”. Secondo quanto raccontato dal teste, quei tre assegni di 70.000, 25.000 e 3.890 euro sarebbero stati firmati dalla Bertani nella casa del portinaio in due diversi incontri alla presenza di Bevilacqua (gli altri due assegni, dell’importo di 819 e 921 euro ciascuno, erano stati intestati ad una società). “Lei ha compilato solo la cifra e la firma”, ha detto il teste. “Bevilacqua era il beneficiario. E’ stato lui a cambiare i soldi per me e a darmeli in contanti. In questo modo ho pagato tutti i miei debiti”. Con l’ex moglie, il portinaio aveva un debito di 30.000 euro, mentre con la banca era in rosso di 6.000 euro. E il resto ? “La differenza”, ha chiarito il teste, “me l’ha voluta dare la signora”. Domanda della parte civile, rappresentata dall’avvocato Cristiana Speroni: “lei ritiene credibile il fatto che la signora le avrebbe fatto assegni senza dire nulla ai suoi quattro figli?”. “Sì”, è stata la risposta, “la signora era lucida”.

Ma alla fine di marzo del 2009, quando la Bertani aveva ricevuto l’estratto conto, non aveva riconosciuto un addebito di 25.000 euro apparentemente firmato da lei e intestato a Bevilacqua, soggetto che la donna ha sempre sostenuto di non conoscere. A dirlo è stato il funzionario della Banca Nazionale del Lavoro, chiamato in aula come teste dell’accusa. “Conoscevo la signora da 50 anni, è stata la mia insegnante”. Il testimone ha raccontato di essere stato chiamato nella casa di via Ruggero Manna per leggere degli estratti conto, dato che la Bertani aveva problemi di vista. “Quando le ho detto dell’addebito dei 25.000 euro”, ha raccontato il funzionario, “la signora è rimasta perplessa”, così come “meravigliati” erano rimasti i figli della donna appena ne erano venuti a conoscenza per bocca della stesso testimone.

Era stata proprio Esterina Bertani, il 9 aprile del 2009, a sporgere denuncia presso gli uffici della procura di Cremona.

A processo, il giudice Sora, soprattutto alla luce di quanto dichiarato dal portinaio, ha disposto verifiche in banca e rinviato l’udienza al prossimo 16 luglio.

Sara Pizzorni

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