Uccisioni al canile Per la commercialista contabilità in ordine
Ancora spazio ai testimoni della difesa, nel processo sulle presunte uccisioni e sui maltrattamenti di animali che si sarebbero verificati al canile comunale di via Casello. Cinque le persone a processo: Maurizio Guerrini e Cheti Nin, presidente e vice della passata gestione dell’Associazione zoofili cremonesi, le due volontarie Elena Caccialanza e Laura Gaiardi e la veterinaria referente Asl Michela Butturini. Oggi davanti al collegio presieduto dal giudice Pio Massa (a latere i giudici Andrea Milesi e Francesco Sora), sono stati sentiti i testi a favore di Cheti Nin, difesa dall’avvocato Ennio Buffoli.
A precisa domanda del difensore, uno dei testi, la commercialista di Milano Paola Ferrari, che ha analizzato i conti dell’Associazione, ha negato in aula il passaggio di denaro dai conti dell’associazione a quelli dell’imputata. La contabilità, in sostanza, era in ordine.
E’ stata poi la volta di Renato Pedrazzini, il muratore che si è occupato di effettuare lavori al canile. A fronte di 50.000 euro di fatture per i lavori, Pedrazzini ha riscosso 117.000 euro. Nella sua testimonianza è emerso che una parte era ‘in nero’.
Nella prossima udienza, fissata per il 24 giugno, verranno sentiti gli ultimi testimoni, mentre il prossimo 21 ottobre gli imputati si difenderanno.
Le accuse
“Sovraffollamento nei box, causa di frequenti sbranamenti” e “uccisioni illegittime degli animali di affezione, cani e gatti, ivi ospitati” è l’accusa di maltrattamenti di animali contestata a Guerrini, che avrebbe omesso di esercitare “i propri doveri di controllo sul canile, di cui lasciava la piena gestione ed organizzazione a Cheti Nin (entrambi difesi dagli avvocati Marco Soldi ed Ennio Buffoli), consentendo che avvenissero i maltrattamenti e le uccisioni illegittime”.
Alla stessa Cheti Nin (dimessasi dalla carica, insieme a Guerrini, nel marzo del 2009 con l’esplosione dell’inchiesta) e alle due volontarie (queste ultime difese dall’avvocato Stefania Amato) si contestano l’uccisione di animali e l’esercizio abusivo della professione veterinaria. Dal 2005 al marzo del 2009 avrebbero ucciso, “per crudeltà e senza necessità”, numerosi cani, addirittura intere cucciolate, e gatti: circa 300 animali all’anno. Animali eliminati “inoculando il farmaco eutanasico Tanax o il farmaco Pentothal Sodium: decessi ingiustificati ed illegittimi”, come la morte di 12 cani e 2 gatti soppressi con il tiopentale ed esaminati dal dottor Fico. Cheti Nin e le volontarie avrebbero anche fatto vaccinazioni e rimosso punti di sutura. Inoltre la Nin avrebbe soppresso “per crudeltà e senza necessità” un cane che il padrone aveva portato al rifugio nel settembre del 2007 e un altro in affido nel maggio del 2008.
Abuso d’ufficio per la veterinaria
Alla veterinaria dell’Asl, invece, è contestato il solo reato di abuso d’ufficio. Per la procura la Butturini, “violando le norme di legge relative a compiti di controllo”, avrebbe omesso di “segnalare le gravi irregolarità riscontrate”. L’imputata è difesa dagli avvocati Francesco Gianzini e Alessandro Nolli.
Due degli imputati devono anche rispondere di Malversazione ai danni dello Stato
Maurizio Guerrini e Cheti Nin sono anche accusati di malversazione ai danni dello Stato e di appropriazione indebita aggravata: non avrebbero destinato, in parte, i contributi pubblici ricevuti ogni anno dal Comune per la gestione del canile. Inoltre, abusando della relazione di prestazione d’opera, si sarebbero appropriati delle offerte ricevute dai privati. Nel 2006 “non trovano giustificazione prelievi in contanti per 10.035,70 euro, e vi è una differenza di 49.290,01 euro tra l’importo indicato nel consuntivo dell’associazione per lavori di manutenzione e quanto effettivamente erogato per tali lavori”.
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