Cronaca

Confesercenti contro nuovo market 'Medie superfici sono già il 36%'

Confesercenti si schiera contro il market previsto in via Massarotti 60, tra la caserma della polizia stradale e l’Ocrim. Più precisamente, tra il boschetto a fianco della caserma e via Aquileia, centro di un piccolo ma combattivo quartiere residenziale che sta alzando la voce contro l’insediamento (leggi qui). “Un altro insediamento commerciale di media dimensione – scrive in una nota il presidente dell’associazione, Giuseppe Bini –  destinato alla vendita di prodotti alimentari, che si collocherà in via Massarotti, al posto di un magazzino di stagionatura e conservazione di formaggi. Il progetto prevederebbe: l’abbattimento del muro di cinta, dei fabbricati e degli alberi attualmente in piedi; una estensione del supermercato di circa 1200 mq con una superfice di vendita di circa 850 mq calpestabili; ampio parcheggio a raso, confinante in parte con le case di via Aquileia, di 72 posti macchina con ingresso da Via Massarotti.

“Confesercenti ed i commercianti hanno continuato a dire no a nuovi supermercati, no a nuove medie strutture di vendita (misurano da 250 a 2.500 mq) in città. Il Comune, a parole si dice d’accordo e però, nei fatti ci troviamo nell’imminenza dell’apertura di una nuova struttura di questo tipo.  Voglio ricordare un dato: siamo una città con una presenza della media superficie di vendita pari al 36% circa della superfice totale di vendita. Il centro storico ed il commercio in generale  è sempre più in sofferenza. Le continue chiusure dei negozi, le saracinesche abbassate in vie importanti della città che per anni hanno rappresentato un’attrazione e un richiamo importante per tutte le zone limitrofe, oltre ad essere la passeggiata dei cremonesi, stanno a dimostrare una profonda crisi della città, sempre meno gente e un centro storico che non è più il cuore della vita cittadina. I cremonesi hanno eletto punto di incontro e di scambio altri luoghi del tutto artificiali, privi di storia e di cultura. La funzione di rete, di tessuto connettivo, di scambio e relazione di una comunità qual’è quella rappresentata dal commercio di vicinato viene meno.

“Il commercio ed i commercianti fanno parte della città e rappresentano (rappresentavano?) una importante risorsa in termini occupazionali, economici e sociali ma se si continua ad aumentare anziché togliere difficoltà,  i negozi continueranno a chiudere con un impoverimento e svilimento complessivo della città.

“I nostri politici, che governano e che vorranno governare la città devono fare delle scelte  strategiche che vadano nella direzione dello sviluppo  e della crescita complessiva della nostra comunità;  Confesercenti ritiene che favorire ulteriormente i supermercati non è la direzione corretta mentre azioni concrete per favorire il turismo, l’accessibilità alla città per chi arriva da fuori, con soluzioni di parcheggio non onerose ed una gradevolezza della nostra cittadina nel suo complesso sia la direzione vincente da intraprendere con determinazione.

“Confesercenti chiede, inoltre, il blocco delle licenze dormienti che rappresentano una grave minaccia per tanti, che se venissero realizzate vedrebbero  la città circondata in breve tempo da  una miriade di centri commerciali. La cintura esterna che ha visto in questi anni non semplici  insediamenti ma veri e propri poli di vendita come il Globo o il Centro commerciale Cremona Po, che hanno spostato l’afflusso dei cremonesi lontano dal centro storico della città. Appena di là del ponte sul Po abbiamo sempre il Bennet, con tutta la miriade di negozi di media superfice che lo circonda. Ricordiamolo: solo la possibilità di scelta può garantire il cliente; se chi compra deve accontentarsi di media qualità o solo di quel tipo di prodotto o di prodotti che oggi ci sono e domani non si trovano più vuol dire che il mercato è pesantemente condizionato.

“La regola del gioco – conclude Confesercenti – non può essere che il più grosso vince; il rapporto tra soggetti diversi e tra offerte diverse deve avere qualche regola, oltre a quella della decisione finale che spetta al cliente”.

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