Cronaca

Cremona City Hub Stop alle osservazioni Italia Nostra critica

Si sono chiusi il 23 aprile  i termini  per la presentazione delle osservazioni al Piano integrato di intervento Cremona City Hub, quello che prevede, nelle ex zone annonarie tra foro Boario ed ex macello, la realizzazione di complessi residenziali per circa 200 nuclei famigliari, terziario, aree commerciali, parcheggio, Polo tecnologico. Un progetto su cui la giunta Perri, e in particolare l’assessore all’Urbanistica Federico Fasani, ha puntato molto e che invece la minoranza Pd ha attaccato in quanto non  rispondente ai bisogni della città e poco concreto nella parte riguardante gli accordi coi privati che dovrebbero insediarsi sulle aree dell’ex macello, di proprietà Aem. Si tratta del “Comparto 4”, il primo che dovrebbe  partire, grazie alla presenza del consorzio Crit, costituito da imprese della tecnologia digitale cremonese, e partecipato da Politecnico e Linea Com.  Tra le osservazioni presentate, quella di Legambiente, circolo di Cremona, a firma di Pierluigi Rizzi e di Italia Nostra, redatta dall’architetto Michele De Crecchio. Il noto professionista, già assessore tra anni Ottanta e Novanta, la considera un’operazione “speculativa”, eccessivamente sbilanciata sulle volumetrie edificabili a scapito delle destinazioni pubbliche, con riduzione “a semplice ‘verde di arredo’ le residue presenze vegetali”. “Il funzionale parcheggio del foro Boario, oggi a raso, dovrebbe essere sostituito da un edificio pluripiano posto all’estremità orientale del comparto e dunque nella posizione più scomoda per l’utenza che da qui voglia raggiungere il centro storico”. Critiche vengono mosse alle tipologie costruttive degli edifici residenziali, troppo congestionati mentre viene salvato il polo tecnologico: “Si tratta- si legge nelle osservazioni – della porzione più convincente dell’intero progetto urbanistico. Un grave difetto è però riscontrabile nella “torre” di oltre quaranta metri che si intenderebbe erigere nei pressi della via Persico, torre che, da più parti della città, interferirebbe con la vista del Torrazzo, svilendone il magnifico effetto paesaggistico. La “forma urbis” di Cremona ha una caratterizzazione fondamentale nel contrasto tra la prevalente modesta altezza del tessuto urbano e la magnificenza della gran torre. Il progetto urbanistico “City Hub” ne ipotizza una grave e irrimediabile mortificazione”.

Altre osservazioni sono giunte da architetti e professionisti cremonesi. Saranno successivamente discusse  ed eventualmente recepite in sede di Giunta,  ma non ci sarà un dibattito consigliare come aveva chiesto il Pd attraverso Alessia Manfredini: “Trovo sbagliato che non ci sia nessun passaggio pubblico sul Cremona City Hub, che verrà adottato dalla Giunta sul finire del mandato e a poche settimane dalle elezioni. Sarebbe stato quantomeno opportuno che le osservazioni pervenute fossero pubblicate sul sito del Comune, anche se la legge non ne prevede obbligo”. Un progetto che a suo tempo aveva causato la levata di scudi delle categorie commerciali, quando era emersa la questione del parcheggio a più piani al posto dell’attuale a raso del foro Boario, uno dei più graditi (perchè gratuito) da cremonesi e visitatori. Il Pd (e in molti suoi interventi pubblici anche il candidato sindaco Gianluca Galimberti) accusa inoltre il Comune di aver venduto all’opinione pubblica come cosa fatta il Polo tecnologico, mentre le aziende interessate in realtà non hanno ancora siglato l’accordo per l’insediamento sull’ex macello. “Ma non è questo il ruolo del Comune – controbatte l’assessore Fasani – Il Comune non può essere inteso come una sorta di intermediario economico al fine di consentire un’edificazione;  deve fare un passo indietro e svolgere una funzione di facilitatore delle iniziative private. A chi obietta che il Polo tecnologico non esiste, rispondo che di fatto è già operativo in quanto abbiamo reso possibile, ad esempio, la costituzione di un Consorzio di imprese che già adesso, anche se fisicamente in altri spazi, sta mettendo in pratica la logica del co-working. Pertanto trovo irriguardoso verso le imprese stesse del consorzio, il giudizio del Pd”.

Di Cremona City Hub si parlerà anche il 7 maggio alla sede Ance (associazione nazionale costruttori) di via delle Vigne,  in un incontro organizzato dal Comune come  primo caso studio per l’applicazione del protocollo GBC Quartieri sul tema della sostenibilità delle costruzioni. Partecipa tra l’altro il presidente di Aem Spa Franco Albertoni e il presidente Ance Beltrami.

g.b.

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